mercoledì 25 luglio 2007

Papa Celestino V: morte naturale, incidente o assassinio rituale dei Templari? - Parte II

eremita_celestinoNella prima parte di questo articolo (Papa Celestino V: morte naturale, incidente o assassinio rituale dei Templari? - Parte I), abbiamo riferito sulla vicenda di Papa Celestino V e del clima storico e politico, in cui si svolse, in particolare della "grande rinuncia", e della successiva misteriosa morte di tale Papa. In merito al foro rettangolare nel cranio di Celestino V, scoperto da Lelio Marini, Abate Generale dell’Ordine dei Celestini nel 1630, di cui si ipotizzava, con i dovuti dubbi,  un omicidio rituale templare, l'amica Krack, studiosa dei Templari, precisa: "In effetti Papa Celestino V è uno di quei personaggi storici finiti nel dimenticatoio del tempo. Studio i Templari da diversi anni e non ho mai trovato nessun documento che attesta che uccidere con un chiodo fosse tipico di questo Ordine (potrebbe essere una mia omissione). Altresì, quando ho letto l'articolo. mi è tornato alla mente che fosse tradizione tra i Merovingi che quando il re moriva gli venisse praticato un foro nel cranio per consentire all'anima di uscire e di unirsi all'Entità Suprema e non rimanere intrappolata nel corpo terreno. Per l'appunto nel 1956 a Rennes-le-Chateau fu rinvenuto vicino al pulpito un teschio con un foro nel cranio. Inoltre nel quadro del Gercino "Et in Arcadia Ego" ad un primo colpo d'occhio sopra il teschio dipinto sembra ci sia un foro. Chiaramente, guardando attentamente, si vede che è una mosca. Questi fatti avranno un collegamento?".



Nella seconda parte, Vincenzo Poma (Misteri e Segreti), pone l'attenzione ad eventuali collegamenti tra l'oscura vicenda di Papa Celestino V, e Rennes-le-Chateau.



Papa Celestino V: morte naturale o violenta? (Parte seconda)

di Vicenzo Poma



.... Sarebbe questa la famosa chiave 681 di cui si parla nell’altra pergamena decrittata?....



Questo particolare della Chiave 681 è diventato un vero rovello per gli studiosi dell’occultismo. Qualcuno ha affermato che la cifra 681 corrisponderebbe più o meno all’altitudine del monte Cardou vicino Rennes-le-Chateau, ma dopo avere controllato meglio nelle cartine geografiche della Francia del sud sembra che l’altitudine esatta di questo rilievo si aggiri attorno ai 790 metri, dunque sembrerebbe cadere uno dei pilastri di quegli studiosi che individuavano in questo monte l’ultima dimora di Cristo dopo la sua fuga da Gerusalemme; rimane comunque il particolare della parola ARCADIA che compare in un quadro di Poussin e nella tomba della marchesa Marie de Negre d’Ables d’Hautpoul-Blanchefort, termine che secondo gli stessi studiosi potrebbe essere un anagramma proprio di Cardou. Su questo nome esistono anche altri pareri secondo i quali esso potrebbe essere una contrazione di Corps de Dieu.



Ad ogni modo bisogna spendere qualche altra parola su questo numero, perché a quanto sembra rappresenterebbe la Chiave del mistero. Ora, come detto, il famoso quadro di Celestino V lo raffigura con uno strano scettro a forma di chiave e questo è un primo elemento da attenzionare con la dovuta sagacia perché potrebbe significare che il Papa in questione era a conoscenza del mistero dietro cui è andato Sauniere per tutta la sua vita. Cosa ci può dire tra l’altro questa cifra? Perché è stata trovata scolpita nel piccolo pilastro all’interno del quale vengono trovate le pergamene misteriose? Perché Sauniere lo colloca all’esterno capovolgendolo, dimodochè, aggiungendo un 1 la cifra diventa 1891, l’anno presumibilmente del ritrovamento dei sinistri documenti? E perché sembra che in una delle pergamene ci sia una sorta di albero genealogico di Dagoberto II, a partire proprio dal 681 e fino al 1244, l’anno della caduta di Montsegur dove si erano asserragliati gli ultimi Catari cinti d’assedio dai crociati di Innocenzo III, per non parlare di un testamento accluso redatto da un certo François-Pierre d’Hautpoul e registrato il 23 Novembre 1644 dal notaio di Esperaza (cittadina non lontana da Rennes-le-Chateau) che risponde al nome di Captier, entrambi recanti il sigillo della Regina Blanche de Castille e in cui si parla di “Segreto di Stato”? E in una delle pergamene decrittate non si parla proprio di Dagoberto II, secondo gli esoteristi discendente in linea di sangue da Gesù?



Ma andiamo ad un altro capitolo e cerchiamo di interpretare la cifra numerica quale semplice data. Anche qui ci sono dei punti che inquietano, poiché è risaputo storicamente che proprio nell’anno 681, precisamente dal 7 Novembre 680 e fino al 16 di Settembre del 681, si svolse a Costantinopoli il Terzo misterioso Concilio nel quale a quanto si sa viene condannata la dottrina ritenuta eretica del monotelismo, una credenza quindi eterodossa per cui si riteneva che in Cristo, pur essendoci due nature, ci fosse un’unica volontà divina in qualche modo dominante su quella umana. Ora, a sorvolare su diversi particolari e dettagli di questa strana e astrusa eresia peraltro a quanto pare sostenuta inizialmente anche da eminenti esponenti dell’ortodossia ecclesiastica di allora (se, come si tramanda, persino Papa Onorio I la sostenne), i Padri conciliari, condannando anche le tesi del predicatore religioso Ario di qualche secolo prima che tanti problemi aveva creato alla Chiesa con la sua teoria della dipendenza del Figlio dal Padre, stabilirono dogmaticamente che in Gesù, oltre a coesistere due nature, sarebbero coesistite parimenti due volontà, l’umana e la divina, e in questo contesto la prima era comunque ritenuta di gran lunga subordinata alla seconda, questo ovviamente per non metterne a repentaglio la sua complessiva divinità.



Ed è in quest’ultimo particolare che ritengo si debba indagare, in quanto proprio qui viene rivelata l’atavica preoccupazione della Chiesa di salvaguardare in qualche modo la piena divinità di Cristo; d’altronde San Paolo stesso scrive che “se Gesù non è risorto, vana è la nostra Fede”. Ecco quindi apparire evidente che l’idea della subordinazione alla volontà divina intrinseca a Gesù equivaleva ad una specie di escamotage per esorcizzare l’eventuale interpretazione di un Cristo solo umano che lottava per il trionfo di valori quali la Giustizia e l’Uguaglianza, un’interpretazione di cui abbiamo una dimostrazione lampante anche nel Vangelo allorché si narra di Pietro che, al vedere il suo Maestro arrestato, estrae una spada e trancia di netto un orecchio ad una guardia del Sinedrio.



La Chiesa aveva timore di affermare la sola divinità di Cristo perché ciò lo avrebbe reso quasi inattingibile alle masse, ma ancor più, a mio modo di vedere, aveva un’estrema paura di rendere indipendente e autonoma la sua umanità, perché questo avrebbe significato una serie di implicazioni di ordine religioso ma specialmente politico che non avrebbe potuto sostenere dinanzi alle autorità del tempo….questo spiegherebbe tra l’altro l’equilibrismo e il bizantinismo delle due nature e delle due volontà…..una simmetria e un bilanciamento perfetto tra lo Spirito e la Materia, affinché nessuna delle Istanze prevalga e venga così mantenuto nell’incertezza perenne il destino dell’uomo.



Ritengo che anche i Templari erano consapevoli di questo aspetto diciamo “politico-militare” di Cristo e questo spiegherebbe ad esempio il famoso sputo sulla sua croce, quasi a voler dimostrare che secondo le loro conoscenze il Cristo propalato dalla Chiesa era totalmente falso in quanto costruito a tavolino in Concili e riunioni varie che non toccavano affatto la sua vera natura, dandone una definizione lontana mille miglia dalla Verità, quella per cui Cristo fu in tutto e per tutto un uomo in carne e ossa che lottava e ha lottato accanitamente affinché trionfassero i profondi valori spirituali in cui credeva.



Se così fosse, se la mia interpretazione fosse quella giusta, allora si dovrebbe dire che la famosa chiave 681 era che Celestino V aveva acquisito non solo informazioni molto chiare in proposito da contatti templari o di altra natura, ma era pervenuto egli stesso a delle conclusioni che potrebbero aver spinto qualcuno a tramarne la morte per timore che si sapessero in giro certi segreti in ordine alle tematiche trattate.



La Chiave 681 di Celestino V alluderebbe in parole povere alla totale umanità di Cristo e quindi alla sua natura mortale (il chè non significa sminuirne lo Spirito ultraterreno che lo governava, perché la carne è carne e va al suo destino ma lo Spirito è qualcosa che non soggiace a nessuna materialità ed anzi suo compito in questa vita è combatterla), il chè ovviamente ci riporterebbe anche ad una notizia di questi giorni, riportata anche dal sito Custodia Francescana di Terra Santa (“Trovate le ossa di Gesù risorto”. Tra fanta-archeologia, pubblicità e incassi),
che a sua volta lo riprende dalla fonte originale in lingua inglese dal Telegraph.co.uk (Mysterious bones of Jesus, Joseph and Mary), dove si parla della scoperta di una tomba di Cristo.



Ora hanno un bel dire coloro che non credono ad eventuali ritrovamenti mortali di Cristo perché non esisterebbero prove scientifiche data l’enorme distanza cronologica che ci separa dalla sua vita, e tuttavia ritengo che la razionalità umana mai e poi mai si piegherà alla credenza della resurrezione, in quanto fra l’altro evento da accettare per dogma di Fede, quindi al di là di qualsiasi dimostrazione e di qualsiasi logica.



Io non so se esistano o meno tombe di Cristo a Gerusalemme, a Rennes-le-Chateu, qualcuno dice anche in Turchia, India o Cina…ma un fatto è certo….nessun uomo nato in questa Terra è mai riuscito ad evitare il dolore, lo spasimo ed il proprio definitivo annientamento fisico, a meno che non sia un Dio…..e di dèi è piena la storia pagana dell’uomo.



Ma riprendiamo il nostro discorso con altri particolari inquietanti sulla morte di Papa Celestino V.



Per una strana coincidenza, oltre all’ormai famoso dipinto del Poussin I PASTORI D’ARCADIA II (La Maschera di Ferro e Nicolas Poussin c'entrano qualcosa con Rennes-le-Chateau?), che riporta l’ancora indecifrata inquietante e misteriosa scritta ET IN ARCADIA EGO, anche un altro pittore, tale Francesco Barbieri detto il Guercino, si è reso autore di un altro conturbante quadro che raffigura una tomba con sopra un teschio dove si nota un punto nero che assomiglia stranamente ad un foro, anche se, ad un’analisi attenta, si tratterebbe di una mosca; il quadro riporta anch’esso sulla tomba la stessa dicitura dell’altro di Poussin ET IN ARCADIA EGO. Una semplice coincidenza? E il bassorilievo nella Chiesa di Maria Maddalena di Rennes-le-Chateau, che raffigura appunto questa Santa con accanto un teschio? Anche questa un’allusione a Celestino V? E il presunto ritrovamento di un teschio forato rinvenuto nel 1956 sotto l’altare della stessa Chiesa? Anche questo un riferimento a Celestino V? Perché tutti questi dipinti sono stati realizzati più o meno nello stesso periodo, appunto nel sedicesimo secolo, tempo nel quale, come accennato di sopra, Lelio Marini, nel 1630, rivela pubblicamente la sua tesi di un presunto assassinio del Papa in oggetto?



Dopo aver passato in rassegna tutti questi enigmi, non si può nascondere che dietro la morte di Celestino V esistono dei punti oscuri che inquietano e il suo aggancio in qualche modo con la storia di Rennes-le-Chateau e con i Templari non può che rendere la matassa ancora più ingarbugliata di quanto non si possa neppure immaginare.



E’ indubbio in conclusione che il povero Pietro Angeleri da Morrone era entrato suo malgrado in possesso di qualche informazione assai pericolosa per la Chiesa, un’informazione verosimilmente legata ad un segreto di portata micidiale in grado di annientare alla radice l’esistenza della Chiesa di Roma, un segreto che ritengo avere in sommi capi accennato, sempre ovviamente se la mia analisi fosse rispondente ai fatti.



Annunciare e rendere pubblico questo segreto porterebbe difilata la Chiesa alla sua scomparsa improvvisa e definitiva. Saluti Vincenzo Poma



Antares (Il volto oscuro della storia) dice: "Bérenger Saunière era un prete simoniaco coinvolto in mille porcherie. Tra l'altro si sospetta che fabbricasse reperti fittizi, come del resto era molto comune ai suoi tempi. Non aveva la benché minima nozione di Catarismo, e di certo aveva conoscenze anche minori sui Templari. La sua figura non è esattamente cristallina. Invito a mettere almeno in dubbio le sue teorie e a non considerarlo un'autorità. Torno a porre una domanda finora inevasa, che dovrebbe essere tenuta invece in considerazione: come mai la pergamena rinvenuta da Saunière è scritta in lingua d'oil, e per giunta moderna? Cosa possiamo aspettarci da un'epoca in cui si credeva che Ponzio Pilato avesse scritto i propri diari in francese?". Saluti Antares



Antares ci avverte di stare attenti, e di tener conto delle discordanze, soprattutto nella lingua usata nel testo sulla pergamenta, ma anche di tener ben presente che "Bérenger Saunière era un prete simoniaco coinvolto in mille porcherie".  In un prossimo articolo approfondiremo la vicenda del foro rettangolare nel cranio sulla base di quanto indicato dall'amica Krack e all'esistenza di tale rituale presso i Merovingi.



Tenendo presente alcuni fatti recenti della Chiesa di Roma ed i segreti, quali ad esempio la documentazione relativa a Papa Pio XII,  i segreti di Fatima, ed altri, una domanda che mi sorge così, come a Vincenzo è: ma di che cosa ha paura la Chiesa di Roma? Perchè, a quanto parrebbe, continua a mantenere certi documenti segreti?



Vi lasciamo con la sinistra frase: "TERRIBILIS EST LOCUS ISTE, dice la scritta sul portale della Chiesa di Maria Maddalena a Rennes-le-Chateau: anche questa un’allusione fin troppo evidente al TERRIBILE EST COGNOSCERE NATURAM VERAM CHRISTI?".



Papa Celestino V: morte naturale, incidente o assassinio rituale dei Templari? - Parte I



Saluti

Mstatus



moniokQuesto articolo è stato inviato anche a OkNotizie. Se ti è piaciuto, registrati (se non lo hai fatto ancora) e vota SI all’articolo. Grazie.


Nessun commento:

Posta un commento