giovedì 19 luglio 2007

Guidi Veloce? Ce l’hai Piccolo!

Tranquillo classico italiota dall’ego ferito, non serve che disdici la prenotazione della Ferrari se temi di fare brutta figura con l’ultima pupa conquistata: questa frase non è rivolta a te ma agli australiani e, cosa ancora più importante, non è il risultato incontrovertibile di una ricerca scientifica ma soltanto una campagna per la guida sicura. Si, puoi far rientrare l’allarme.

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Pare infatti che il governo australiano da qualche tempo a questa parte stia usando questa tecnica per scoraggiare i giovani automobilisti; in questo video prodotto dalla “South Wales Roads and Traffic Authority”, l’agenzia governativa responsabile della campagna, si vedono due ragazzi che corrono sulla loro auto, incuranti dei passanti e che anzi si divertono a sfrecciare sulle strade di una città australiana. I pedoni che assistono alle loro stupide scorrerie, tra cui si notano due belle ragazze e una signora di mezza età, agitano il dito mignolo, gesto che nel linguaggio giovanile sta ad indicare persone poco dotate sessualmente. Alla fine dello spot appare sul teleschermo una frase inequivocabile e provocatoria: «Speeding - no one thinks big of you» (Guida veloce, nessuno pensa a qualcosa grande di te”).



Questa campagna televisiva per la guida sicura ha lo scopo di ferire nell’orgoglio virile i giovani automobilisti diffondendo il messaggio che chi corre in strada ha un piccolo pene; infatti, in Australia come in altri paesi, sono i giovani le maggiori vittime degli incidenti stradali: oltre il 30% delle persone morte sulle strade dello stato del Nuova Galles australiano tra il 2002 e l’anno scorso sono ragazzi che avevano un’età tra i 17 e i 25 anni. Nel corso degli anni lo Stato ha cercato con campagne televisive e multe più salate di fermare questo stillicidio giovanile, ma tutto è stato inutile. Secondo John Whelan, portavoce dell’agenzia che ha prodotto il filmato, questa iniziativa sarà molto più efficace delle campagne choc del passato trasmesse dalle tv australiane che mostravano macchine distrutte e persone ferite: “i giovani di oggi non provano più orrore per queste immagini poiché ogni giorno giocando a computer e guardando la tv vedono scene molto simili, profondo invece sarà l’impatto che avrà la nuova pubblicità sull’orgoglio virile dei giovani australiani perchè il gesto che si vede nella rèclame è un segno che quotidianamente i giovani usano nel loro linguaggio ed è parte integrante della nostra cultura.”

E se fosse successo in Italia? O meglio, in Italia è possibile uno spot del genere?

Se sia possibile non lo so, l’ingerenza della chiesa in Italia è palpabile (si, avete letto bene: con la elle) e ce l’abbiamo praticamente su ogni argomento; probabilmente la frase “Ce l’hai piccolo” sarebbe ritenuta offensiva, il senso del pudore pare sia abbastanza sviluppato quando si tratta di argomenti che comportano una certa sessuofobia. Peccato invece che quando bisognerebbe averne
è un po’ latitante! Ad ogni modo, dato che i religiosi hanno fatto voto di castità, non dovrebbe interessargli se uno ce l’ha piccolo o meno. E poi non dimentichiamoci dell’orgoglio del maschio latino di cui parlavamo all’inizio: non possiamo mica offenderlo!

Intanto la situazione italiana non è molto diversa da quella australiana: ogni domenica ci aspettiamo tutti il bollettino di guerra riguardo le cosiddette “stragi del sabato sera“, in cui sono coinvolti giovani automobilisti. Secondo le statistiche di notte il rischio è elevatissimo, così come il venerdì e il sabato; nella fascia oraria che va dalle 22 alle 6 del mattino nel 2005 (eh si, questi sono i dati disponibili) si sono verificati 35.098 incidenti stradali, pari al 15,6%del totale che hanno causato il decesso di 1.529 persone pari al 28,1% del totale e il ferimento di 54.873 persone pari al 17,5% del numero complessivo di quanti sono dovuti ricorrere al pronto soccorso. Il dato più allarmante è quindi che gli incidenti della notte non sono in percentuale numerosissimi, ma sono estremamente pericolosi. Perchè? Sempre stando ai dati delle statistiche è evidente che il modello del divertimento, spinto fino al nomadismo fra province o regioni, è determinante. Alcol, sostanze, velocità e stanchezza sono sul banco degli imputati. C’è anche un altro fatto: nelle notti del fine settimana i controlli non sono adeguati; le pattuglie sono poche e in diminuzione, i controlli con l’etilometro ammontano a circa 200.000 l’anno: questo vuol dire che 200.000 controlli su 35 milioni circa di patentati rappresentano una probabilità di controllo ogni 175 anni! E laddove non arriva lo Stato con controlli su strada o in ambito legislativo ci pensa il Vaticano a sopperire (lo so cosa state pensando: si, c’entra sempre in qualche modo). Si è premurato di redigere un manualetto dal titolo “Orientamenti per la pastorale della strada“, che contiene indicazioni per il popolo della strada diviso dalla Santa Sede in 4 categorie: viaggiatori, prostitute, bambini senza famiglia e persone senza fissa dimora. Tra le chicche abbiamo che bisogna fare il segno della croce prima di partire e che recitare il rosario tutti insieme durante le lunghe percorrenze serve a sentirsi immersi nella presenza di Dio e a rimanere sotto la sua protezione. Inoltre la Chiesa si impegna nell’educazione stradale con cappelle lungo le autostrade, preti negli autogrill e nei luoghi di sosta, sacerdoti ai raduni di auto e moto. E con tutte queste infallibili armi di persuasione a nostra disposizione vogliamo far spendere inutilmente i soldi allo Stato, magari costretto a toglierli dal tesoretto, per uno spot che ci dice “Guidi veloce? Ce l’hai piccolo!”?


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Un mio lavoro candidato a entrare nella Bibbia di MC

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