mercoledì 25 luglio 2007

Papa Celestino V: morte naturale, incidente o assassinio rituale dei Templari? - Parte I

eremita_celestinoDi solito chi viene eletto Papa accetta di buon grado tale ambita carica. Un caso emblematico sia per le circostanze dell'elezione, che per la misteriosa morte biologica è quello di Papa Celestino V, anacoreta ottantenne eletto Papa in sua assenza, e suo malgrado costretto ad assumere la guida della Chiesa di Roma, che dopo soli quattro mesi circa dalla "nomina", rinuncia clamorosamente alla carica, ed abdica. Circa una decina di giorni dopo l'abdicazione di Papa Celestino V, il Conclave elegge Papa il Cardinal Caetani che assume il nome di Papa Bonifacio VIII. Parrebbe che, dietro all'intera vicenda, ci sia stata l'oscura mano del Cardinal Caetani (simoniaco), sia per l'elezione, e sia per la successiva "grande rinuncia"! Come se non bastasse, vi è poi un mistero in merito alla morte biologica di Celestino V: morte naturale, incidente o assassinio rituale da parte dei Templari? Soprattutto che cosa aveva scoperto Celestino V di così terribile nei suoi pochi mesi di pontificato? Ricordo che l'elezione di Celestino V pose termine ad un periodo di circa 27 mesi di "vacazione papale", ovvero la Chiesa di Roma dalla morte del Papa precedente Niccolò IV avvenuta il 4 aprile 1292, per diversi motivi principalmente politici, ed anche a causa di una epidemia di peste, restò senza Papa per circa 27 mesi fino all'elezione dell'anacoreta Pietro Angeleri da Morrone (Celestino V) avvenuta il 5 luglio del 1294.

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Vincenzo Poma (Misteri e Segreti), fa alcune riflessioni su tutta l'oscura vicenda. L'articolo, piuttosto lungo e complesso, è diviso in due parti: nella prima presentiamo la figura di Celestino V, le vicende relative all'elezione ed alla sua morte, e al clima politico dell'epoca, nella seconda l'enigmatico riferimento  a Celestino V nelle pergamente ritrovate a Rennes-le-Chateau dal prete François Berenger Sauniere.



Papa Celestino V: morte naturale o violenta? (Parte prima)

di Vicenzo Poma

 

Dando uno sguardo generale alla vita e alla morte misteriosissima di Papa Celestino V, sovvengono alla mente dei quesiti davvero sinistri che dovrebbero accendere nei lettori grande curiosità e interesse, perché siamo dinanzi ad una figura da un certo punto di vista anche assai pericolosa per l’autorità e dignità della Chiesa, che non a caso proprio sulla morte di questo oscuro Papa della fine del tredicesimo secolo sembra avere steso un velo di silenzio e di censura che inquieta non poco.



Dopo un’intera vita passata a pregare in varie grotte ed eremi dell’Abruzzo, all’improvviso, precisamente il 5 Luglio del 1294, Pietro Angeleri da Morrone viene eletto Papa in sua assenza. L’interessato viene preso quasi alla sprovvista da un’elezione tanto inattesa quanto del tutto imprevista e, suo malgrado, è costretto a recarsi ad Aquila, oggi L’Aquila, città nella quale convoca ben presto il Sacro Collegio e dove, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, viene incoronato il 29 Agosto 1294 col nome di Celestino V.



Dopo l’elezione e i primi giorni di pontificato è tutto un susseguirsi di misteri sopra misteri. Il Papa si rende conto immediatamente di non essere in grado di guidare la Barca di Pietro, si trova chiaramente a disagio nel governo di un’Istituzione sfarzosa e immersa nella mondanità e nella ricerca del potere e, fatto direi unico nella storia della Chiesa, dopo circa quattro mesi dalla sua incoronazione, scrive una bolla con la quale in pratica informa i suoi allibiti elettori che intende abdicare alla sua funzione, cosa che si verifica subito dopo con un atto formale di rinuncia.



Alcuni storici dicono che questo suo “gran rifiuto” sia stato dettato dal Cardinal Caetani (il futuro Papa Bonifacio VIII) per poter ascendere egli stesso al soglio pontificio, evento che si realizza molto presto appena undici giorni dopo le misteriose dimissioni di Celestino V.



Dopo vari tentativi di fuga per timore di subire dei contraccolpi dovuti alla sua inaudita scelta di rifiutare una carica tanto ambita (che, probabilmente, gli aveva dato modo di entrare in possesso di informazioni segretissime e potenzialmente esplosive sulla Chiesa, se non le aveva acquisite già prima), il Caetani, secondo gli storici, dà precisi ordini di catturarlo e così il 16 Maggio 1295 l’anziano eremita ottantenne viene arrestato e condotto nella Rocca del Fumone in Ciociaria, dove muore improvvisamente il 19 Maggio del 1296, qualcuno dice assassinato da qualche sicario al soldo del nuovo Papa Bonifacio VIII, quel Caetani che era stato l’arbitro della sua elezione e della sua abdicazione. A quanto ne dicono alcuni scrittori del tempo, il corpo defunto del Pontefice viene calato in una fossa profondissima di circa dieci metri, come a cancellarne per sempre il ricordo e ritengo io il rimorso.



Questa è in sommi capi la cornice in cui si inserisce la triste e lunga parabola esistenziale di Papa Celestino V, pochi anni dopo stranamente e troppo velocemente canonizzato da Papa Clemente V.



E qui comincia il giallo.



Nel 1630, Lelio Marini, Abate Generale dell’Ordine dei Celestini fondato a suo tempo da Pietro Angeleri da Morrone, esaminando il cadavere del Papa Santificato (o quanto meno leggendo documenti segreti di cui era venuto in possesso), scopre che nel cranio di questi vi sarebbe un foro rettangolare di circa un cm di lunghezza per quasi 4mm di larghezza, verosimilmente provocato dal conficcamento criminale di un chiodo, e pertanto ne denuncia e ne pubblicizza l’assassinio. Su cosa si basava, oltre ad informazioni riservatissime e documenti visionati, per avvalorare una tesi tanto orripilante? A quanto pare su reperti ora scomparsi che parlano di un chiodo insanguinato rinvenuto in qualche eremo dove visse in preghiera il Santo insieme ad un affresco dove era dipinto Celestino V e dietro di lui un uomo nell’atto di conficcargli un arnese in testa.



La vicenda assume tutti i connotati del giallo più ingarbugliato allorché nel 1988 la salma del Santo viene trafugata e subito dopo ritrovata in un cimitero poco lontano e in quell’occasione vengono fatte analisi mediche molto approfondite che rivelano l’esistenza del buco nel teschio della salma. Stranamente, a quanto se ne sa, i risultati di quell’indagine medica vanno definitivamente perduti.



E qui iniziano una serie di domande una delle quali irrinunciabile: se fu vero assassinio, perché fu eseguito?



Perché questo Papa in fuga dopo il suo abbandono inusuale della sua alta carica era ritenuto un pericolo?; perché abdicò?; di quali pericolose conoscenze era entrato in possesso per essere arrestato e rinchiuso come il peggiore dei criminali in quella piccolissima cella larga appena per starci in piedi e dove a quanto sembra non era permesso a nessuno di parlargli, qualcosa che fa venire stranamente in mente l’altro sinistro mistero della Maschera di Ferro (La Maschera di Ferro e Nicolas Poussin c'entrano qualcosa con Rennes-le-Chateau?)?  



Strano ma vero, qualcuno mormora che Celestino V era un Papa scomodo e assai pericoloso in quanto sarebbe stato in stretti incoffessabili rapporti coi Templari, che a quanto sembra lo aiutarono per esempio allorquando, ormai anziano, nell'inverno del 1273 si recò a piedi in Francia, a Lione, ove stavano per iniziare i lavori del Secondo Concilio, per perorare la causa dell'ordine da lui fondato nel timore fosse sciolto nel quadro delle tante eresie che a quel tempo fiorivano in ogni dove. In quell’occasione si dice che Pietro Angeleri da Morrone venne alloggiato per alcuni giorni in una qualche magione templare del posto. Lì si mormora ci furono scambi culturali e forse documentali molto approfonditi tra i Cavalieri del Tempio e Celestino e si racconta che i primi fecero di tutto per convincere l’allora Papa Gregorio X affinché istituzionalizzasse l’ordine dei celestini fondato appunto da Pietro da Morrone. Non solo, ma a quanto sembra lo convinsero anche a dare il via ai lavori di costruzione della stessa Basilica di Collemaggio, ovviamente elargendogli grossi contributi finanziari per un’opera a quel tempo imprevedibile, visto che la città di Aquila costava appena di poche case ed era in sostanza ancora in uno stadio di iniziale fondazione. D’altronde è risaputo che i due Papi che gli succedettero al soglio pontificio, Bonifacio VIII e Clemente V, ebbero un ruolo determinantissimmo nello scioglimento dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio e questo dettaglio apre tutta una serie di altri interrogativi che ci riportano stranamente alla storia di Rennes-le-Chateau e al suo conturbante prete François Berenger Sauniere.



Ebbene, per quanto riguarda questo capitolo ancora aperto e sul quale ci siamo diverse volte soffermati, va detto che, come risaputo, dopo la scoperta delle famose pergamene in un pilastro cavo della Chiesa di Maria Maddalena, una delle quali sembra che, dopo essere stata anagrammata, riporti cripticamente le lettere che compongono il nome di Celestino V, l’oscuro prete di Rennes-le-Chateau riceve l’autorizzazione di recarsi a Parigi e qui sembra si faccia dare in copia tre dipinti, uno dei quali, realizzato da un anonimo del seicento, rappresenterebbe proprio Celestino V nell’atto della sua incoronazione, con uno strano scettro in mano simile ad una lunga chiave. Sarebbe questa la famosa chiave 681 di cui si parla nell’altra pergamena decrittata? Saluti Vincenzo Poma (Continua...) 



Antares (Il volto oscuro della storia) dice: "Sulla figura di Celestino V i pareri sono tuttora discordi. Non si riesce bene a cogliere la ragnatela di complotti che innervava la corte pontificia dell'epoca. L'interpretazione più semplice vuole che Celestino V fosse incapace di ricoprire una carica in cui la corruttela dominava, in quanto egli vedeva l'impossibilità di compromesso tra i suoi princìpi di asceta e lo sfarzo di Roma. Tra l'altro, esistono prove inoppugnabili della simonia del Caetani. Alcuni studiosi reputano per contro che l'ingenuità e la purezza dell'anacoreta fossero soltanto una maschera. Pur nell'ignoranza dei dettagli, ogni dubbio tace non appena si contempla un'immagine del teschio di Pietro del Morrone. Non ci si può sbagliare sulla morte violenta del pontefice-eremita. Nel sito da cui è tratta l'immagine (www.laquilax.com) si ipotizza un'uccisione rituale secondo una procedura che sarebbe stata tipica dei Templari. In tal caso la morte non sarebbe il semplice frutto di un intrigo, ma qualcosa che merita indagini più approfondite. Non ho al momento la conoscenza necessaria per avventurarmi oltre in queste torbide acque". Saluti Antares.



Altro conturbante mistero, ed anche in questo caso pare siano coinvolti i Cavalieri del Tempio, la figura dell'anacoreta Celestino V, ed in particolar modo la sua misteriosa morte. L'immagine del teschio che abbiamo riportata, non lascia ombra di dubbio e, come fa presente Antares, è indubbio che non fu morte naturale, basti osservare il foro rettangolare nel cranio. Incidente o assassinio? In base alle considerazioni portate vi è un ragionevole dubbio che si trattò di assassinio, forse rituale.



Dal sito Ufficiale del Vaticano, omaggio di Paolo VI a San Celestino V, Giovedì, 1° settembre 1966:  "La figura di Celestino V, come Pontefice, ci richiama alle origini della Chiesa, all’investitura data da Nostro Signore a San Pietro e ai suoi Successori: dobbiamo meditare su questa continuità apostolica, che supera vicende le quali sembrano le meno propizie e si perpetua fino a noi e nei secoli avvenire perché c’è il dito di Dio, una presenza divina nella Chiesa. Ecco il tempo di Pietro di Morrone: ventisette mesi di interregno nella Sede Apostolica; i Cardinali ridotti a dodici e in contrasto tra loro; tempi terribili. E Pietro Morrone, il santo eremita, è eletto ed è invitato ad ascendere sulla Cattedra di Pietro. Dopo aver esitato, accetta per dovere, e fa ingresso in Aquila sopra un asinello, come Nostro Signore, ma trova là due Re ad attenderlo. Ecco l’essenza della Chiesa, ecco il destino di Roma sede del Successore di Pietro: ovunque la decadenza è fatale, ma nella Chiesa c’è un carisma, c’è la promessa e la presenza divina: «Io sarò con voi fino alla fine dei secoli»".



Dante Alighieri nella Divina Commedia (Inferno Canto III), ritiene che Celestino V rifiutò per "codardia" la carica di Papa e dice: "Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto". 



Da Wikipedia alcune curiosità sul papato di Celestino V: "Uno dei primi atti ufficiali fu l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella basilica di Santa Maria di Collemaggio della città di L'Aquila dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese. In pratica Celestino V istituì a Collemaggio un prototipo del Giubileo, successivamente copiato dal successore. Il nuovo Pontefice si affidò, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d'Angiò, nominandolo "maresciallo" del futuro Conclave. Ratificò immediatamente il trattato tra Carlo d'Angiò e Giacomo d'Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest'ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini. Il 18 settembre 1294 indisse il suo primo e unico Concistoro, nel quale nominò ben 13 nuovi Cardinali fra cui nessuno romano". Chissà perchè non nominò alcun Cardinale romano?



La storia continua...alla prossima puntata!



Saluti

Mstatus



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