mercoledì 18 luglio 2007

Inquisizione e Massacri: per la Lega Anticalunnia Cattolica ristabilire le verità storiche!

simbolo_inquisizioneRecentemente, lo scrittore Vittorio Messori ha dato vita ad una lega anticalunnia per i cattolici al fine di ristabilire alcune verità storiche, ovvero per una riscrittura della Storia, nel tentativo di revisionare e dare un significato diverso a frasi del tipo: «Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi!». A mio parere, si sta cercando di vedere con occhio diverso, alcuni fatti che non sono null'altro che dei crimini contro l'umanità, compiuti nel corso dei secoli dalla Chiesa di Roma, nel nome di Dio e del Papa Re, ed in barba ad ogni seppur minimo rispetto, diritto umano, e valore Cristiano. In parte, per tali crimini, il precedente Pontefice il Papa Polacco, chiese scusa, ma di fatto i crimini commessi non sono mai stati puniti, ed in un certo qual senso si vorrebbe che fossero anche dimenticati, con tipico atteggiamento orwelliano. Cercare di far passare l'inquisizione, il genocidio dei Catari, ed altri atti criminali vari, quali fossero delle semplici marachelle, mi pare un po' troppo. A causa dell'odio della Chiesa di Roma, venne sparso molto sangue, che ora si tenta di far dimenticare. Insomma, Messori, cerca di aderire il più possibile al pensiero orwelliano. L'amico Antares del blog Il volto oscuro della storia, discendente da superstisti al genocidio dei Catari, ci parla dell'inquisizione medievale, sui metodi e sugli appositi manuali predisposti per l'inquisitore, e di Bernardo Gui in particolare. Ricordo che Vittorio Messori giustifica l'uso del cilicio, o perlomeno non ne è contrario, tanto è, che dice: e se ciascuno si facesse i cilici suoi?



ADVERSUS ALLEANTIAM CATHOLICAM

di Antares



Tra i tanti tentativi di cambiare la storia, segnaliamo "L'Inquisizione medioevale" di Francesco Pappalardo, il cui testo integrale è reperibile all'indirizzo:
Alleanza Cattolica: inquisizione medievale (in altri luoghi della Rete sono disponibili anche delle sintesi). Sorvoliamo sulle molte inconsistenze e inesattezze che l'intervento contiene sul Catarismo e passiamo al suo argomento centrale. Per capire bene l'essenza dell'Inquisizione medioevale, è utile conoscere meglio il suo interprete più appariscente.



Bernardo Gui (scritto anche Guy; la vera pronuncia sarebbe Ghi, non Gùi come di solito si sente), nato Bernardo Guidoni, fu zelante frate domenicano e feroce inquisitore attivo in Linguadoca nel XIV secolo. Nacque a Royères, nel Limousin, c. 1261 e morì nel castello di Laroux nel 1331. E' noto al grande pubblico perché compare tra i protagonisti di un famoso libro di Umberto Eco, Il Nome della Rosa. Dal 1307 al 1323 gestì l'Inquisizione di Tolosa, il cui scopo era l'annientamento di qualsiasi forma di dissidenza religiosa. In particolar modo l'obiettivo dei segugi domenicani era il Catarismo, considerato ancora molto pericoloso. Dagli atti dei processi a noi pervenuti risulta che Bernardo Gui durante la sua carriera fece incriminare 930 persone, condannandone al rogo 42. Tra questi accusati vi erano non soltanto Albigesi, ma anche Valdesi, Beghini, Ebrei e diversi necromanti. La razionale gestione della macchina giudiziaria nulla toglie alla sua natura mostruosa. I revisionisti cattolici affermano che le condanne a morte furono pronunciate solo nell'uno per cento dei casi, assolvendo molti e condannandone altri a pene minori, definite "straordinariamente miti". Così si scopre questo interessante principio, secondo cui bruciare sul rogo una quarantina di persone sarebbe un atto irrilevante, un peccato veniale di cui non vale nemmeno la pena di parlare. Perché a quanto ci garantiscono coloro che vogliono cambiare la storia, se un uomo uccide dieci persone su cento, o cento su mille, è "straordinariamente santo e mite": un vero mostro avrebbe ucciso tutti. A dispetto delle continue invettive di Benedetto XVI contro il relativismo, questo ragionamento è un vero atto di relativismo etico e di disprezzo dell'umanità di quegli uomini, di quelle donne che ebbero a patire un'iniqua, orribile tribolazione in nome di un potere temporale che Cristo non volle e non giustificò in nessun caso.



Propongo qui un interessante estratto di un manuale per inquisitori scritto proprio da Bernardo Gui: il titolo è Practica Inquisitionis Heretice Pravitatis, ossia Condotta dell'Inquisizione verso la Perversione Eretica.



Quando un eretico è condotto all'esame la prima volta, assume un atteggiamento di confidenza, come se fosse sicuro della propria innocenza.



Gli chiedo perché è stato condotto al mio cospetto.



Egli risponde, sorridente e cortese: "Sire, sarei felice di saperlo da voi."



Inquisitore: Siete accusato di essere un eretico, e di credere e insegnare altra cosa dal credo della Santa Chiesa.



Accusato (Alzando gli occhi al cielo, con apparenza della massima fede): Sire, voi sapete che sono innocente di questo, e che mai ebbi alcuna fede diversa da cià che è vera Cristianità.



Inquisitore: Voi chiamate la vostra fede Cristiana, dato che considerate la nostra come falsa ed eretica. Ma io chiedo: avete mai creduto come vera un'altra fede rispetto a quella che la Chiesa Romana ritiene essere vera?



Accusato: Io credo nella vera fede in cui la Chiesa Romana crede, e che voi apertamente predicate a noi.



Inquisitore: Forse voi avete una parte della vostra setta in Roma, e la chiamate Chiesa Romana. Io, quando predico, dico molte cose, alcune delle quali sono comuni a entrambi, come il fatto che Dio vive, e voi credete in qualcuna delle cose che predico. Nonostante questo, voi potreste essere eretico nel non credere altre cose che devono essere credute.



Accusato: Io credo tutte le cose che un Cristiano dovrebbe credere.



Inquisitore: Conosco i vostri trucchi. Quello che i membri della vostra setta credono, voi ritenete essere ciò che un Cristiano dovrebbe credere. Ma noi sprechiamo tempo in questa schermaglia. Dite semplicemente, credete voi in un solo Dio, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo?



Accusato: Io credo.



Inquisitore: Credete voi in Cristo nato dalla Vergine, che patì, risorse e ascede al Cielo?



Accusato (vivacemente): Io credo.



Inquisitore: Credete voi che il pane e il vino nella messa celebrata dai preti si trasforma nel corpo e nel sangue di Cristo per miracolo divino?



Accusato: Non dovrei credere ciò?



Inquisitore: Non ti sto chiedendo se dovreste crederlo, ma se lo credete.



Accusato: Credo qualsiasi cosa voi e gli altri buoni dottori mi ordinano di credere.



Inquisitore: Questi buoni dottori sono i capi dalla vostra setta; se io sono d'accordo con loro voi mi credete; se non lo sono, voi non mi credete.



Accusato: Credo volentieri asseme a voi, se voi insegnate ciò che per me è buono.



Inquisitore: Voi considerate una cosa buona per voi se insegno ciò che gli altri maestri insegnano. Dite, allora, voi credete che il corpo di Nostro Signore Gesù Cristo è nell'altare?



Accusato (prontamente): Io credo che un corpo è lì, e che tutti i corpi sono di Nostro Signore.



Inquisitore: Io chiedo se il corpo lì è del Signore che nacque dalla Vergine, fu crocefisso, risorse dalla morte, ascese, ecc.



Accusato: E voi, Sire, voi non credete a quello?



Inquisitore: Io ci credo totalmente.



Accusato. Io ci credo allo stesso modo.



Inquisitore: Voi credete che io lo credo, e questo non è ciò che io ho chiesto. Ho chiesto se ci credete voi.



Accusato: Se voi volete interpretare tutto ciò che dico in modo non piano e semplice, allora io non so cosa dire. Io sono un uomo semplice e ignorante. Vi prego di non mettermi parole in bocca.



Inquisitore: Se siete semplice, rispondetemi semplicemente, senza evadere.



Accusato: Volentieri.



Inquisitore: Dunque voi giurate di non aver mai appreso nulla che sia contrario alla fede che noi riteniamo vera?



Accusato (impallidendo): Se devo giurare, giurerò volentieri.



Inquisitore: Non sto chiedendo se voi dovreste, ma se voi giurerete.



Accusato: Se voi mi ordinate di giurare, giurerò.



Inquisitore: Io non vi costringo a giurare, perché se credete che i giuramenti sono illegittimmi, voi trasferirete il peccato a me che vi ho costretto. Ma se giurerete, vi ascolterò.



Accusato: Perché dovrei giurare se voi non me lo ordinate?



Inquisitore: Così che voi possiate rimuovere il sospetto di essere un eretico.



Accusato: Sire, non so come fare finché non me lo insegnate.



Inquisitore: Se io dovessi giurare, alzerei la mia mano e distenderei le mie dita, dicendo: "Così mi aiuti Dio, io non ho mai appreso l'eresia o creduto ciò che è contrario alla vera fede."



Allora tremando come se non potesse ripetere la formula, egli incespicherà come se parlasse per se stesso o per un altro. Così, dato che non c'è una formula assoluta per un giuramento e egli può pensare di aver già giurato. Se le parole sono lì, esse sono così contorte che egli non giura e tuttavia gli sembra di aver già giurato. Oppure egli trasforma il giuramento in una forma di preghiera, del tipo "Dio mi aiuti, che io non sono un eretico e simili"; e quando gli viene chiesto se ha giurato, egli dirà: "Non mi avete sentito giurare?" - e quando sarà messo sotto pressione ulteriormente, farà appello dicendo: "Sire, se c'è qualcosa che non va bene in ciò che ho detto, ne pagherò volentieri il fio, solo aiutatemi a evitare l'infamia per cui sono accusato attraverso la malizia e senza colpa da parte mia." Ma un inquisitore vigoroso non deve permettere a se stesso di essere manipolato in questo modo, ma deve procedere fermamente finché non farà confessare a questa gente il loro errore, o almeno pubblicamente abiurare l'eresia, in modo che se essi sono in seguito scoperti aver giurato il falso, egli possa senza ulteriori audizioni abbandonarli al braccio secolare.



Occorre a questo punto fare alcuni commenti. Il lettore sarà forse sorpreso dall'estrema capziosità degli argomenti utilizzati dagli inquisitori nel tentativo di far cadere in contraddizione gli imputati. Siccome i Catari avrebbero sempre affermato con limpida coscienza di essere veri Cristiani, e allo stesso modo avrebbero fatto i Valdesi, il persecutore cercava di far emergere in tutti i modi le credenze più intime di ognuno sulla natura di Cristo e sulla Transustanziazione, fino a giungere allo scoglio del giuramento. Si noti anche l'uso di una particolare locuzione: "abbandonare al braccio secolare". Questo è un eufemismo che indica la condanna dell'accusato ad essere bruciato vivo sul rogo. Gli eretici accusati non venivano di solito bruciati alla prima imputazione, dato che la Chiesa di Roma riteneva che potessero pentirsi e abiurare. Bernardo Gui aveva una particolare cura che le ammissioni degli accusati alla prima imputazione fossero omesse dai registri, se per incidente si era verificata la loro morte accidentale durante le procedure. I metodi erano tali che qualsiasi reazione di un accusato sarebbe parsa una prova della sua colpevolezza, e la condanna veniva evitata soltanto se nulla di convincente emergeva dopo molti giorni di inenarrabili supplizi, sia fisici che psicologici.



Non è possibile fare ricerche su questo argomento senza imbattersi in siti che immancabilmente denunciano la cosiddetta Leggenda Nera dell'Inquisizione. L'argomento più usato quando si parla di tortura è il seguente: "Per quanto riguarda la tortura, è falsa l'affermazione secondo cui se ne faceva un uso generalizzato e indiscriminato. Le disposizioni erano molto dettagliate: non doveva provocare spargimento di sangue o mutilazioni, né porre l'imputato in pericolo di morte; doveva essere dosata secondo la gravità del crimine e non poteva durare più di un quarto d'ora."



Ammettiamo per un attimo l'obiezione e procediamo di conseguenza. Esistono supplizi efferatissimi che pur non provocando danni permanenti causano dolori atroci. Molto utilizzata era la tortura della cicogna. Consiste in una sbarra di metallo a cui i polsi dell'imputato erano legati vicino alle sue caviglie. Incruenta, ma causa nel giro di pochi secondi di crampi dolorosissimi. Sfido chiunque a essere legato alla cicogna per un quarto d'ora. Anche una morsa che stringe con precisione millimetrica i pollici, con una lentezza impressionante ma inesorabile, pur non causando spargimento di sangue è insopportabile. Ogni secondo si dilata nella percezione del condannato, riverberando nella mente sensazioni infernali per ore.



Oppure immaginiamo una persona costretta a tenere del sale in bocca per un quarto d'ora senza poterlo sputare. Orrida corrosione delle mucose e disidratazione. Le donne erano spesso costrette a ingurgitare litri e litri d'acqua, fino a star male. Anche qui non si aveva spargimento di sangue, ma questo non significa affatto che fosse un trattamento piacevole. Tra l'altro, quanti quarti d'ora di orrore potevano essere inflitti in una giornata? I revisionisti cercano con ogni mezzo di dimostrare l'umanità dei carnefici, ma non fanno altro che dimostrarsi ridicoli. Tortura umanitaria? Confidano in una società che non ha esperienza in queste cose, perché vive nel torpore mediatico e nella sistematica cancellazione di ogni senso critico. Ancora una volta il loro cinismo dovrebbe stordire chi legge.



Non contenti di fare scempio della storia, i revisionisti garantiscono che "quanti confessavano e abiuravano il proprio errore, mettendosi in regola con Dio e con gli uomini, erano soggetti solo a lievi penitenze, quali elemosine, digiuni, pellegrinaggi".



Immaginiamo questo scenario, che può rendere conto di quanto intendo esprimere. Pensiamo che sia varata una legge che punisce con un mese di carcere chiunque non crede nel Purgatorio. Supponiamo anche che un ente sia messo in piedi per compiere accertamenti e scoprire i dissidedenti da incriminare. Anche senza l'uso di torture, vorrei che ciascuno dei lettori si immaginasse indagato per non credere nel Purgatorio e sottoposto a convocazioni e interrogatori snervanti, continuati. Già così sarebbe una cosa insopportabile e contraria a qualsiasi diritto umano!



Nessuno poteva dirsi al di fuori del raggio di azione del tribunale inquisitorio, nonostante si dica che "l'inquisitore era competente a giudicare solo i battezzati; pertanto, gli ebrei e i musulmani non ricadevano sotto la sua giurisdizione".



Pensare a un'Inquisizione solo per battezzati secondo il rito romano è un vero e proprio falso storico. Nel XIII secolo, in Linguadoca e in Italia moltissimi Catari non erano battezzati. Solo in seguito si diffuse il battesimo romano, quando professare apertamente il Catarismo non era più igienico, e il nicodemismo segnava la differenza tra la vita e la morte. E' storicamente attestato che l'Inquisizione ha fin dal suo inizio avuto pieni poteri contro gli Ebrei, contro i Musulmani e anche contro i Pagani, ossia quei residui di popolazioni non cristianizzate che ancora sussistevano in diverse regioni montuose dell'Europa. I Pagani di Navarra erano genti basche non battezzate che ancora nel XIV secolo cremavano i loro morti secondo un antico costume. Molti di loro furono bruciati assieme ai Catari. Ancora all'epoca di Giordano Bruno furono bruciati molti Baschi pagani scovati in alcuni villaggi del versante francese dei Pirenei. Queste genti isolate veneravano il Caprone Nero, e celebravano rituali antichi di millenni, già descritti da Strabone. Un colpo di spugna, e l'ultimo legame con una civiltà neolitica è stato spazzato via.



Le crudeltà peggiori, che i revisionisti non possono in alcun modo negare, sono ritenute opera delle istituzioni laiche, in un patetico tentativo di lavarsi le mani. Ma non dobbiamo dimenticare che era proprio l'inquisitore ad affidare l'eretico impenitente alla giustizia secolare, che a sua volta eseguiva le condanne al rogo. Questo non può assolvere la Chiesa di Roma dai suoi crimini. L'argomentazione negazionista cade: se una persona ne uccide direttamente un'altra o se ne affida l'eliminazione a un carnefice, è colpevole nello stesso identico modo. Per dirla in termini moderni, ASSASSINO NON E' SOLO CHI PREME IL GRILLETTO. L'odio delle istituzioni verso ogni eresia non era affatto generalizzato nel XIII secolo. Come già si è spiegato, in Linguadoca prima della nefasta crociata la maggior parte dei nobili appoggiava i Catari. In Italia in genere i signori Ghibellini proteggevano i Catari. Quando questo odio divampò, nel XIV secolo, non veniva dal nulla, ma era sempre e comunque alimentato dalla perfidia della Chiesa di Roma.



Comunque la si metta, resta il pernicioso concetto secondo cui la maligna Chiesa di Roma avrebbe il diritto di imporre al mondo la sua dottrina, da lei definita "Verità", e di perseguitare o anche solo correggere chiunque non la accetti. E' sufficiente ritenere legittimo questo concetto, e un giorno l'odore acre della carne bruciata ritornerà ad ammorbare l'aria.



Riporto un altro brano, questa volta tratto dal Directorium Inquisitorum di Nicholas Eymerich, scritto una settantina di anni dopo il libro di Bernardo Gui:



"Mentre si tortura l'accusato, lo si interroga dapprima sui punti meno gravi, poi su quelli più gravi, perché egli confesserà più facilmente le colpe leggere che non le gravi. Il notaio nel frattempo registra le torture, le domande e le risposte. Se dopo essere stato moderatamente torturato non confessa, gli verranno mostrati gli strumenti di un altro tipo di tortura, dicendogli che dovrà subirli tutti se non confesserà. Se non si ottiene nulla, si continuerà con la tortura l'indomani e il giorno appresso se occorre..."



Per finire una nota umoristica. I Pappalardo derivano il loro cognome dalla denominazione francese Paplard, che indicava coloro che alla lettera "pappavano il lardo" nel periodo quaresimale, in cui cibarsi di carne era proibito dalla Chiesa Romana. Una vena di eterodossia si insinua dovunque...



Saluti

Antares



Ogni volta che ho parlato di inquisizione, mi è stato contestato il fatto della documentazione. Oltre a ciò che ha indicato Antares nel suo intervento, restando in casa nostra, su un sito non di parte La stregoneria nel contado di Bormio potete trovare un po' di documentazione relativa a dei processi effettivi. Quelli che ci hanno lasciato le penne per stregoneria, e sono finiti sul rogo, non sarebbero poi così contenti se qualcuno, oggi, nel tentativo di dare un "senso umano" ad un crimine riscrivesse i fatti a proprio piacere!



I fatti ci sono, tentare di giustificarli e riscriverli come pare, è un crimine ulteriore, ed un insulto a chi sul rogo ci è finito, magari dopo essere stato barbaramente torturato!



Valga a mo' di esempio una dichiarazione di Messori in merito all'eccidio dei Catari, che riporto dal precedente post: « i cattolici erano così poco esasperati dai catari, che la ragione per cui la città fu attaccata e distrutta fu il rifiuto da parte dei suoi abitanti, fedeli alla propria autonomia municipale e ai propri princìpi di tolleranza, di consegnare ai crociati i circa duecento sospetti di eresia (tanti erano) di cui il vescovo Renaud de Montpeyroux aveva provveduto a stilare la lista».



Volume 216 della Patrologia latina: «La città di Béziers fu presa e, poiché i nostri non guardarono a dignità, né a sesso, né a età, quasi ventimila uomini morirono di spada. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: in questo modo la colpì il mirabile castigo divino».



Una bella riscrittura: 20mila morti passati a fil di spada senza distinzione alcuna, diventano  200 sospetti di eresia e si riduce il tutto ad operazione di polizia municipale!



Saluti

Mstatus



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