giovedì 26 luglio 2007

Mia mamma, mia sorella, mia zia sono tutte grosse: ora ho capito perchè nel bikini non c'entro neppure io!

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Ho letto una notizia strana e alquanto curiosa, tipica di questo periodo estivo, in cui tutti cercano, soprattutto le donne, di fare in modo di riuscire a nascondere i rotolini (o rotoloni nel mio caso) di grasso... Ma è proprio necessario essere "sottili"? Avere un vitino da "velina"?Se si tratta della nostra salute direi proprio di si.... Ma come faccio? Mia madre è grossa, mia zia è grossa, mia sorella è grossa.... Ora ho capito perchè sono grossa anche io! Tutta colpa loro... Se fossero tutte secche ci sarei entrata anche io nel bikini (insomma non c'entro...). Ebbene sì, pare che l'obesità sia contagiosa! E' quello che ci rivela un'indagine svolta in Usa da alcuni ricercatori della Harvard Medical School con l'Universita' di San Diego: chi ha un amico o un parente obeso rischia fino a quasi tre volte di piu' (il 171%) di divenire obeso. "Quando i nostri cari sono obesi impariamo ad accettare inconsciamente come normale una forma del corpo che normale non è", spiega uno degli autori dello studio, Nicholas Christakis.



L' obesità è un fattore rischio per la salute, tipica, anche se non esclusiva, delle società dette "del benessere". Si definisce obeso un individuo la cui massa di tessuto adiposo sia eccessiva e sia in grado di essere causa o aggravante di malattie. Tra queste sono le disfunzioni cardiocircolatorie, il diabete, problemi alle articolazioni e la sindrome da apnea notturna. Dieta ipocalorica e movimento fisico possono aiutare nei casi meno gravi, ma per quelli più problematici si interviene anche con terapie farmacologiche o chirurgiche. L'obesità è legata: a condizioni genetiche, a disfunzionamenti ormonali e alla psiche del paziente, dove spesso risiede la causa di questi disordini alimentari. È quindi basilare un supporto psicologico o psichiatrico per curare questo fattore rischio, in eccesso invalidante.

In Italia in questi ultimi anni c'è una vera e propria emergenza obesità per gli anziani ma soprattutto per i bambini. L'obesità nei bambini è molto diffusa nei paesi sviluppati in gruppi di popolazione povera. I dati sono allarmanti, infatti per i bambini dai 6 ai 12 anni dal 1976 al 1980 il tasso di obesità era del 7% mentre, nella stessa fascia d'età, dal 1988 al 1994 era del 12% per poi passare alla punta del 15% nel 2000.



Secondo
le ultime ricerche un italiano su dieci è obeso. L'allarme arriva dal Media Update “Obesità addominale: un fattore di rischio cardiovascolare?”, organizzato dalla SIO (Società Italiana dell’Obesità) a Milano. L'obesità cresce al ritmo dell' 8 per cento l'anno, è più frequente tra le donne, tra le persone di cultura medio-bassa e nelle regioni meridionali. Non solo: meno della metà degli anziani si trovano in condizioni di normalità di peso, solo il 38 per cento degli uomini e il 44 per cento delle donne. Nelle donne dopo i 50 anni, oltre il 30 per cento ha problemi di peso e l’80 per cento di queste ha anche problemi di ipertensione. Sono i dati che emergono dall’ultimo Rapporto sull'Obesità in Italia a cura dell’Istituto Auxologico. Da questi dati emerge, inoltre, che meno della metà della popolazione italiana anziana, di entrambi i sessi, è in condizioni di peso normali e l’obesità, con l’avanzare dell’età, colpisce in modo importante anche le donne: oltre il 30 per cento di esse dopo i 50 anni ha problemi di peso. L’obesità risulta associata a patologie come cardiopatie, diabete, alcune neoplasie e osteoartrite e, in definitiva, ad una minore aspettativa di vita: giovani adulti con un indice di massa corporea (IMC) di 35 o superiore hanno una riduzione nella durata della vita di 8-13 anni.



Pare che non siamo messi tanto bene. Allora cosa fare?



Per chi ha solo qualche chilo in più è sufficiente aumentare l’attività fisica, per chi invece ha problemi di obesità è necessario rivolgersi a un’organizzazione polispecialistica, in grado di dare risposte esaustive e di evitare al paziente quei costosi pellegrinaggi da uno specialista all’altro che accentuano il senso di frustrazione e scatenano sfiducia, rifiuto e ostilità. Nel centro per l’obesità il team nutrizionale (composto da internista, nutrizionista, dietista, infermiere) lavora in stretto contatto con lo psicologo; l’obiettivo è quello di conferire al soggetto il controllo dell’atto del mangiare e di fargli apprendere comportamenti alimentari corretti. Il fine principale dell’intervento è quello di creare un bilancio energetico negativo attraverso lo sviluppo di uno stile di vita che favorisca l’attività fisica e riduca le attività sedentarie. L’attività fisica, infatti, migliora l’autostima e la fitness cardiorespiratoria, riduce i fattori di rischio cardiovascolare, aumenta il dispendio energetico e sembra avere un effetto favorevole sulla distribuzione del grasso corporeo. Va incoraggiata una moderata attività fisica per 30-45 minuti per il maggior numero possibile di giorni alla settimana. (A cura di Giuseppe Fatati - Azienda Ospedaliera “S. Maria”, Terni - Tratto da Manuale clinico per la gestione del paziente obeso e in sovrappeso)



Consiglio di Spes: state lontano il più possibile da parenti e amici ciccioni!!! Ma soprattutto evitate di mangiare troppi dolci e fare poco movimento...

(Dovrei aggiungere, nello specifico, di stare lontani anche da me, ma sorvoliamo.... Dovrei anche evitare le tentazioni della gola....)

Saluti

Spes74





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