Leggendo una delle varie newsletter alle quali sono iscritta mi ha incuriosita un sito che si chiama Eticambio - La bancarella virtuale dove tutto vale uguale.
Il nome è invitante. Entro e sbircio.
Per prima cosa vado sul "Chi siamo" (la presentazione è importante) e leggo: Eticambio, on line dal 2007, è un'idea nata dalla GiOC - Gioventù Operaia Cristiana - un'associazione interamente composta da giovani. [...] siamo giunti ad una riflessione: il possesso di beni ha molteplici significati, perché ridefinisce la nostra identità, ci colloca socialmente, risponde a bisogni di utilità ed efficienza. [...] Il criterio infatti non è quello del baratto né del valore economico degli oggetti, ma semplicemente del desiderio o meno di avere un oggetto. Per questo possiamo definire questo scambio "etico".
Effettivamente capita spesso di accantonare degli oggetti o più semplicemente di dimenticare che li abbiamo; può succedere che questi oggetti siano anche seminuovi e quindi ancora utilizzabili, quindi ben venga qualche iniziativa del genere!
Continuo a leggere e vado su "Condizioni di utilizzo".
Al punto nr. 3 c'è: Lo scopo del presente sito è consentire di donare e ricevere in modo completamente gratuito oggetti.
Riguardo agli oggetti messi a disposizione, registrandosi si dichiara:
- Che gli oggetti messi a disposizione esistono e sono in proprio possesso;
- Che non si tratta di materiale illegale o che può offendere la sensibilità comune;
- Che gli oggetti inseriti sono scambiabili e in buono stato.
- Che non verrà chiesto alcun contributo nè in denaro, nè di altra natura a chi richiede l'oggetto.
Direi chiarissimo. Ovviamente chi si registra accetta tutte le condizioni, da leggere preventivamente.
Qualche tempo fa scrissi di qualcosa simile qui: Zerorelativo - Diamo valore agli oggetti.
Secondo voi il baratto sta tornando in voga?
Fonte: Eticambio
Il nome è invitante. Entro e sbircio.
Per prima cosa vado sul "Chi siamo" (la presentazione è importante) e leggo: Eticambio, on line dal 2007, è un'idea nata dalla GiOC - Gioventù Operaia Cristiana - un'associazione interamente composta da giovani. [...] siamo giunti ad una riflessione: il possesso di beni ha molteplici significati, perché ridefinisce la nostra identità, ci colloca socialmente, risponde a bisogni di utilità ed efficienza. [...] Il criterio infatti non è quello del baratto né del valore economico degli oggetti, ma semplicemente del desiderio o meno di avere un oggetto. Per questo possiamo definire questo scambio "etico".
Effettivamente capita spesso di accantonare degli oggetti o più semplicemente di dimenticare che li abbiamo; può succedere che questi oggetti siano anche seminuovi e quindi ancora utilizzabili, quindi ben venga qualche iniziativa del genere!
Continuo a leggere e vado su "Condizioni di utilizzo".
Al punto nr. 3 c'è: Lo scopo del presente sito è consentire di donare e ricevere in modo completamente gratuito oggetti.
Riguardo agli oggetti messi a disposizione, registrandosi si dichiara:
- Che gli oggetti messi a disposizione esistono e sono in proprio possesso;
- Che non si tratta di materiale illegale o che può offendere la sensibilità comune;
- Che gli oggetti inseriti sono scambiabili e in buono stato.
- Che non verrà chiesto alcun contributo nè in denaro, nè di altra natura a chi richiede l'oggetto.
Direi chiarissimo. Ovviamente chi si registra accetta tutte le condizioni, da leggere preventivamente.
Qualche tempo fa scrissi di qualcosa simile qui: Zerorelativo - Diamo valore agli oggetti.
Secondo voi il baratto sta tornando in voga?
Fonte: Eticambio