venerdì 22 giugno 2007

La Chiesa di Roma: crociate, odio, e genocidi ovvero ordinarie operazioni di "pulizia etnica".

cavalieri_di_maltaFrancia (Beziers), 22 luglio 1209, giorno dedicato alla Maddalena: l'odore dell'odio e della morte sono nell'aria, ed è l'inizio della crociata. L'odio della Chiesa di Roma, verso i "diversi", ovvero tutti coloro i quali non accettavano la "verità assoluta" imposta dalla Chiesa stessa, considerati eretici nella maggior parte dei casi, e condannati a morte, spesso, dopo atroci torture, è un fatto ricorrente nel corso dei secoli. Un esempio ne è la Santa Inquisizione, in cui si utilizzava quale mezzo di comodo, il demonio, gli spiriti maligni ed assimilati, per sopprimere persone scomode oppure chi pensava con la propria testa e non con quella della Chiesa, accontentando qualche volta anche il potere civile che richiedeva, alla Chiesa stessa, l'eliminazione di nemici politici con accuse, spesso campate in aria e di comodo, di natura prettamente religiosa, o meglio demoniaca (due piccioni con una fava). Cotton Mather, un criminale assassino invasato totale, alla pari dei monaci che dilaniarono Ipazia, noto persecutore di streghe, per esempio, mandò a morte diverse donne che riteneva possedute e schiave di satana, mentre in realtà forse soffrivano di una qualche forma di epilessia.



Tutto ciò avveniva nel nome di Dio, del Papa Re, e soprattutto in nome della Chiesa di Roma che per mantenere il controllo sulle masse utilizzava il terrore, nonchè lo spauracchio di dannazioni eterne, e simili. Della serie o sei con me o ti elimino fisicamente. Oggi diremmo crimini contro l'umanità, di cui la Chiesa ha chiesto, seppur non per tutti i crimini commessi, scusa attraverso il suo precedente rappresentante terreno il Papa Giovanni Paolo II. Un crimine contro l'umanità compiuto dalla Chiesa, di cui si sente parlare poco, è l'operazione di pulizia etnica, effettuata dalla Chiesa di Roma nei confronti dei Catari. Una intera popolazione fu eliminata, o con una espressione tipica ecclesiastica, mai esistita!
L'amico Antares, discendente da un sopravvissuto dei Catari, ha predisposto un articolo introduttivo e riassuntivo dell'intera vicenda. Mstatus



Ascesa e gloria del Catarismo

di Antares (Il volto oscuro della storia)



La Chiesa di Roma era turbata. Aveva investito per secoli nel rafforzamento del suo ferreo dominio sulla società occidentale, fino a plasmarla a sua immagine. Incarnava la visione plotiniana di un principio primo che dall'alto della sua posizione emanava un'onnipotente influenza ordinatrice. La sua sostanza aveva in realtà ben poco a che vedere con il Cristianesimo: lo scopo era quello di dare una giustificazione divina all'autorità temporale che le era vassalla. Il mondo conosciuto era comandato attraverso una rete feudale molto intricata. La corruzione estendeva i suoi tentacoli dovunque, e il clero abusava del suo potere in modo scandaloso.



All'improvviso qualcosa di nuovo aveva fatto la sua irruzione in questo desolante panorama. All'inizio si trattava di nuove idee portate avanti da singoli e da gruppuscoli di seguaci. Erano idee rivoluzionarie che contrapponevano i loro predicatori al mondo infetto, ritenuto in toto una creazione del Demonio. Questi gruppuscoli si aggregavano, e giungevano predicatori itineranti da Oriente: il mondo dei Catari si andava formando e si radicava fortemente in molte zone dell'Europa. Questa religione era diffusa in modo particolare nella Linguadoca, in quella che oggi è chiamata Francia meridionale. Ivi il clero cattolico era molto tollerante, e la gente per tradizione si rifiutava di tracciare una netta separazione tra l'ortodossia e l'eterodossia. Signori generosi permettevano che i sudditi seguissero le idee che preferivano, e verso la fine del XII secolo i Catari erano più numerosi dei fedeli della Chiesa Romana.



La Curia riceveva rapporti che destavano sempre maggiore preoccupazione. I nunzi parlavano di paesi in cui quasi nessuno più frequentava le chiese e riceveva i sacramenti. Un popolo di cristiani senza croce e senza eucarestia andava minando il potere pontificio. L'eresia era indissolubilmente legata all'eversione sociale. Rifiutando i giuramenti, un cataro non poteva sottostare facilmente alle complesse strutture feudali che su tale vincolo si basavano. Sia l'Impero che il Papato vedevano nel diffondersi di un simile atteggiamento un pericolo gravissimo per la propria sopravvivenza. Tentativi di conversione erano stati fatti tramite missioni, ma i teologi Catari avevano una grande cultura e uscivano a testa alta dai contraddittori. Il clero ignorante non era spesso in grado di ribattere alle provocazioni e veniva sconfitto.



Il Genocidio



Francesi e uomini del clero furono lodati del male che fecero, perché prosperarono in esso.
(Peire Cardenal, 1180 - 1278)



L'atmosfera divenne sempre più tesa, finché nel 1208 l'uccisione di un legato pontificio Pietro di Castelnau segnò l'inizio della guerra. Papa Innocenzo III indisse un vero e proprio genocidio, passato alla storia come Crociata contro gli Albigesi. I rapaci baroni del nord della Francia colsero subito l'occasione non solo per distinguersi in atrocità, ma anche in avidità. La promessa di incamerare i beni sottratti ai Catari aguzzò i loro appetiti. Il comando della guerra fu dato al IV Conte di Leicester, il fanatico Simon de Montfort, che aveva partecipato alle carneficine della Quarta Crociata procedendo nel sangue dei nemici uccisi. Le ostilità iniziarono nel 1209 con l'assedio di Béziers. I crociati erano convinti che la città fosse abitata interamente da eretici, ma presto vennero a sapere che buona parte della popolazione era cattolica.



Su consiglio del legato papale Arnaud Amalric trucidarono le genti di Béziers senza nessuna pietà, perché tanto Dio avrebbe saputo riconoscere i suoi. Tutti quanti, uomini, donne, vecchi e bambini furono passati a fil di spada. Molte persone cercarono scampo nella Chiesa di Santa Maria Maddalena, ma i crociati vi penetrarono per proseguire l'eccidio, incuranti del fatto che era un luogo santo per la Chiesa di Roma: gli Albigesi non avevano edifici di culto. Nella loro furia uccisero anche un monaco che cercava di trattenerli dal compiere una simile mostruosità. In seguito il Pontefice si rallegrò saputo quanto era accaduto, augurandosi che 20.000 morti sarebbero stati di monito per i futuri assediati. Ancora oggi la frase "ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi" pesa come un macigno sulla coscienza di molti. Infatti alcuni autori cattolici si sono dati da fare per rimuoverla, attivando meccanismi degni del peggior revisionismo ed infierendo sul ricordo delle vittime. Simon de Montfort imperversò per molti anni, apportando a tutto il paese devastazioni inaudite. In un caso un rogo collettivo fu di così grandi proporzioni da incendiare un bosco. Raccolti distrutti, famiglie annientate, comunità sradicate. Episodi vergognosi, come quando gli abitanti di Carcassonne furono denudati ed espulsi dalla città.



Giovani donne furono violentate da orde di mercenari che intonavano canzoni oscene, e molte si gettarono volontariamente tra le fiamme per non subire simili abusi. Il Conte di Leicester si appropriò dei territori occupati, incurante del fatto che tali feudi appartenevano a Pietro II di Aragona. Pur non essendo seguace del Catarismo, Pietro II proteggeva con magnanimità i suoi sudditi e il reddito da loro prodotto, opponendosi strenuamente all'invasore. Alleato del Conte di Tolosa Raimondo VI, intervenne prontamente. Purtroppo, durante la battaglia di Muret, Pietro II morì e Montfort continuò la sua opera di sterminio. Il condottiero del nord era talmente efferato da far uccidere senza esitazione anche cattolici che proteggessero familiari o amici eretici, e anche chi semplicemente si dimostrasse tollerante. A chiunque si dicesse disposto ad abiurare pur di aver salva la vita, egli diceva che il rogo sarebbe stato espiazione dei peccati nel caso di sincera conversione, e giusta ricompensa della perfidia nel caso di conversione simulata (lo stesso principio di Béziers). Tutto ciò andò avanti finché, durante l'assedio di Tolosa, alcune eroine catare manovrarono una catapulta, e una grossa pietra spaccò il cranio del genocida.



Nel 1229, dopo venti anni di distruzione che hanno lasciato una cicatrice indelebile nell'anima occitana, la guerra fu dichiarata conclusa, anche se rimanevano territori che ancora resistevano. In fortezze impenetrabili erano asserragliati valorosi cavalieri che proteggevano i Perfetti, facendo sortite contro i nemici e incitando la popolazione delle zone sottomesse a rivoltarsi. Quando due inquisitori furono uccisi con la loro scorta ad Avignonet, ci fu una ripresa delle ostilità. Le ultime roccaforti catare a cadere furono Montségur (1244) e Quéribus (1255), sull'eroismo dei cui difensori avrò occasione di parlare ancora. Quel 16 marzo del 1244, mentre si avviavano verso il rogo nel Pratz dels Crematz, i Puri trovarono di certo l'ultima consolazione nelle parole di Giovanni: "Fratelli, non meravigliatevi se il mondo vi odia".



In mezzo a tanta iniquità, va lodato l'operato dei Cavalieri Templari. Non accettarono infatti di partecipare alla guerra, e formalmente non si schierarono. Usarono però la loro influenza per salvare i perseguitati dal loro crudele destino. La fine della crociata non portò miglioramenti per la popolazione oppressa, perché fu installata l'Inquisizione. Gestita dai Domenicani e dai Francescani, questa tremenda macchina di repressione aveva lo scopo di snidare ogni singolo dissidente e di eliminarlo. In particolare i Domenicani erano i più spietati ed erano odiati mortalmente. Facendo applicare torture spaventose, questi frati cercavano in tutti i modi di convertire gli imputati, e di farsi rivelare i nomi dei Credenti e soprattutto dei Perfetti.



Fu incentivata la delazione. Va precisato che neppure i morti erano al sicuro. Per l'Inquisizione, ed esistono atti processuali e montagne di prove inoppugnabili, non aveva alcuna importanza che un eretico fosse vivo o morto. Anche se sepolto da anni, se era riconosciuto essere morto in eresia, veniva gettato fuori dal sepolcro e bruciato. I familiari erano costretti a traumi spaventosi nel vedere i resti dei loro cari dati alle fiamme e dispersi come scorie. La vita era terrore. Sulle ceneri della civiltà occitanica stuprata e svilita, si formò un'orrida cultura basata sul ricatto, sul tradimento, sulla viltà e sul servilismo. Era iniziata l'Epoca della Grande Tribolazione. Molti Catari migrarono in Italia, dove le condizioni politiche erano diverse. L'organizzazione politica si fondava sui Comuni ed infuriavano ovunque lotte tra Guelfi e Ghibellini. Proprio per questo le possibilità di sopravvivenza erano maggiori. Fu solo una tregua: presto l'orrore sarebbe giunto anche lì.



Il tramonto del Catarismo Occitano



Verso l'inizio del XIV secolo ci fu un rinascimento del Catarismo nella regione dell'Ariège, ad opera dei fratelli Autier, il cui apostolato è ancora ricordato dalle genti del luogo. Poco più di dieci Perfetti che avevano ricevuto la loro istruzione a Cuneo, in Piemonte, convertirono migliaia di persone, per lo più pastori e contadini. La rappresaglia dell'Inquisizione fu tremenda, e dopo anni di epica resistenza, anche quest'ultima vampata del Catarismo Occitano fu soffocata tra le fiamme dei roghi. L'ultimo Perfetto di cui si abbia ufficialmente notizia, Guillaume Belibasta, fu arso nel 1321. L'ultima menzione di un rito cataro in Occitania compare nei registri inquisitoriali del 1375 (si tenga però presente che molti documenti sono andati perduti).



Saluti

Antares



L'amico Vincenzo Poma dice: "Ci sono alcune componenti che io però definisco di carattere misterico, e una di queste componenti professava la fede in un Gesù in carne e ossa che per i suoi meriti e il suo lignaggio era stato adottato da Dio quale Figlio e annunciatore delle sue qualità sconosciute. Il suo rapporto con la Maddalena è parimenti a quanto sembra lapalissiano, forse si trattava davvero della moglie di Cristo,come spiegare peraltro il fatto che attorno a Marsiglia, e quindi in prossimità dei territori in cui s'incendiò la crociata anticatara, esistono tuttora alcuni paesini il cui nome allude a quello di una Maria misteriosa forse sbarcata in quelle contrade dopo la morte o crocifissione di Gesù? Ma è la Maria madre di Gesù o Maria Maddalena che da quelle parti si festeggia tuttora il 22 Luglio? Non dimentichiamo poi Rennes-le-Chateau!! Qual'è il suo vero mistero? Perchè si mormora che Sauniere scoprì delle pergamene in una delle quali compare il 1244, l'anno dell'assedio di Montsegur? E perchè, da quello che affermano diversi autori, l'allora Vescovo o Cardinale Roncalli, poi divenuto Papa col nome di Giovanni XXIII, si recò a Rennes-le-Chateau? E i quadri di Nicolas Poussin? Quello strano quadro dal titolo ET IN ARCADIA EGO con una tomba dipinta e con sullo sfondo un paesaggio che sembra copiato dal piccolo paesino francese?".



Per quanto mi riguarda, l'eccidio dei Catari, fu dovuto in principal modo per evitare che si diffondessero troppi ragionamenti "eretici" sul dogma dell'uno e trino, ma questa è solo la mia opinione. Tu, lettore, che passi da queste pagine, chiediti quale sia la funzione pratica dei dogmi, e perchè siano stati imposti come verità di fede, e come sia necessario mantenerli ben saldi affinchè la Verità Assoluta possa esistere.



Perchè la Chiesa non ha chiesto perdono anche per la pulizia etnica dei Catari? Che cosa teme la Chiesa dal Catarismo? L'unica cosa certa è che per mantenere i dogmi, verità di fede imposta, è stato versato molto sangue di uomini, donne e bambini!



Saluti

Mstatus




moniok
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