sabato 9 giugno 2007

Eppure Il Vento Soffia Ancora

E probabilmente un giorno non basterà più a pulire la nostra aria. Già nel 1976 il bravo Pierangelo Bertoli ci cantava


E l’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi

la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi

uccelli che volano a stento malati di morte

il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

un’isola intera ha trovato nel mare una tomba

il falso progresso ha voluto provare una bomba

poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita

invece le porta la morte perché è radioattiva


Chiaroveggente? No, “soltanto” un grande autore ma soprattutto un grande uomo attento al prossimo, all’ecologia, contro la guerra, a favore dei più deboli, scomparso troppo presto a causa di una malattia. Poesia pura Eppure Soffia. Non è stata recepita granchè viste le ultime notizie sull’inquinamento, infatti il Cnr lancia un allarme: ci sono cocaina e cannabis nell’aria di Roma e di altre città.



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Questo è quanto emerge da una ricerca effettuata dall’istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr,  che ha messo in evidenza, per la prima volta nel mondo, la presenza di cocaina nel particolato sospeso dell’atmosfera della città. La valutazione è stata fatta sui risultati dati dal controllo di due aree urbane italiane (Roma e Taranto) ed Algeri; la ricerca ha evidenziato, oltre alla presenza di cocaina e di sostanze tossiche conosciute (come il benzopirene C20H12, un idrocarburo cancerogeno presente nel fumo di sigaretta, negli scarichi degli autoveicoli e nelle emissioni da combustione), quella di cannabinolo (il principale componente attivo di marijuana e hashish) e altre droghe, anche se meno dannose, come nicotina e caffeina.

 


Le concentrazioni più elevate di cocaina sono state riscontrate al centro di Roma e specialmente nell’area dell’Università La Sapienza, anche se”, precisa il dr. Cecinato dell’Iia-Cnr, “a causa del limitato numero di misure eseguite non si può dire con certezza che il quartiere universitario sia quello più inquinato da cocaina. Né possiamo affermare tout court che vi siano più diffusi il consumo e/o lo smercio di droghe: le cause di questa concentrazione sono tutte da indagare”.  Oltre che vicino l’Università, tracce di varie sostanze stupefacenti sono state osservate anche in aree extraurbane e nei parchi cittadini, mentre la cocaina appare in concentrazioni molto più basse nella città di Taranto e totalmente assente ad Algeri. Al contrario, nicotina e caffeina risultano presenti in tutte le aree studiate, confermando la grande diffusione del consumo di queste sostanze e la loro permanenza nell’aria che respiriamo. L’analisi dell’evoluzione stagionale della cocaina in aria indica che le concentrazioni massime si raggiungono nei mesi invernali, “probabilmente a causa dell’inversione termica al suolo che ‘blocca’ le emissioni d’inquinanti nei più bassi strati dell’atmosfera, impedendone la dispersione”. Queste concentrazioni, apparentemente contenute, sono cinque volte inferiori ai limiti stabiliti per legge per il
benzopirene, cancerogeno contenuto nel fumo di sigaretta e nello scarico dei motori.




Una prima ipotesi tende a spiegare la concentrazione nei pressi dell’Università La Sapienza con l’uso degli inceneritori ospedalieri. Nota dolente, gli inceneritori. Beppe Grillo ci parla di un vero e proprio business degli inceneritori: bruciando i rifiuti causano tumori, danneggiano l’agricoltura e gli allevamenti, fanno crollare il valore delle case dove sono costruiti e non sono necessari. “L’opinione pubblica è creata da queste aziende. Dalla loro ideologia: il profitto. Gli italiani vogliono il loro posto al sole per le fabbriche di veleni. All’italiana. Non paga chi inquina, ma chi viene inquinato. E’ il business degli inceneritori. Commesse pubbliche, veleni privati. L’inceneritore non è una soluzione ai rifiuti. E’ una scorciatoia che trasforma l’organismo umano in rifiuto. I nostri dipendenti politici amano gli inceneritori. Ne vogliono uno per città. Porta lavoro, lavoro, lavoro. La grande mistica del lavoro della sinistra. La grande mistica del profitto della destra. Una mistica bipartisan. Gli inceneritori ci avvelenano.”

Della pericolosità degli inceneritori ci parlano anche
due ricercatori, il dottor Stefano Montanari e la moglie dott.ssa Antonietta Gatti; la loro ricerca parte da una scoperta inquietante: le nanoparticelle prodotte dalle combustioni possono uccidere.  Secondo i due ricercatori sarebbero prodotte anche dagli inceneritori di rifiuti. “Gli inceneritori non eliminano i rifiuti, li rendono anzi mille volte più tossici – dice Montanari - solo che sono invisibili e, con l’effetto aerosol della combustione, le particelle prodotte dalle alte temperature si diffondono nell’aria e finiscono nel corpo umano. Soprattutto perché si inalano e si posano sui prodotti alimentari che mangiamo ogni giorno”.
E mentre respiriamo droga e nanoparticelle e siamo sommersi dalla monnezza, il vento soffia ancora ma non è più quello poetico di Pierangelo Bertoli: è quello degli uragani causati dall’effetto serra.

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