martedì 11 settembre 2007

Ascalona 1153: Il Sacrificio del Tempio

templari_02[Le riflessioni di Krak] -"Anzitutto la disciplina è costante, l' obbedienza è sempre rispettata; si va e si viene al segnale di chi ha autorità, ci si veste di quanto questi ci ha dato;......... si onora il più valoroso non il più nobile..."- Bernardo di Chiaravalle
Baldovino III nato nel 1130 e morto il 10 febbraio fu Re di Gerusalemme dal 1143 al 1162. Fu il primogenito di Melisenda e Folco di Gerusalemme e quindi nipote di Baldovino II. Il padre morì prematuramente quando lui aveva soli 13 anni. La reggenza passò alla madre figlia di Baldovino II. Tale incertezza di governo determinò anni di forti tensioni.
Nel 1144 cadde Edessa suscitando sconcerto in Europa. Prontamente nel 1148 giunsero nei Luoghi Santi  Luigi VII e Corrado III a capo di una nuova spedizione (La seconda crociata) ma essa si risolse in un disastro e nel 1149 i Regnanti fecero ritorno nel Vecchio Continente senza gloria e con i rispettivi eserciti decimati. Dopo questa sciagurata spedizione seguirono anni di dispute diplomatiche tra madre e figlio. I due si riconcilieranno solo nel 1154.




Baldovino alla fine capì qual'era la tattica migliore  per barcamenarsi in quel difficile periodo in Terrasanta: doveva conquistare Ascalona, il punto di difesa più a nord del Regno egiziano. Essa rappresentava una minaccia costante per Gerusalemme a causa della sua posizione sul mare e sul confine dello stato Franco. L'accerchiamento di questo importante porto era già cominciato da tempo: Folco aveva concesso Beithgibelin, che era ad est, agli Ospitalieri; Gaza, che si trovava 16 km più a sud e secondo la leggenda era il luogo dove Sansone fu imprigionato dai Filistei fu affidata ai Templari tra la fine del 1149 e l' inizio del 1150. Completavano il quadro Ibelin a nord e Blanchegarde a nord-est.



Nella primavera del 1150 i Templari di Gaza fermarono un tentativo di attacco da parte degli Egiziani. L'esercito cristiano, dopo aver bloccato i rifornimenti via terra, si presentò davanti ad Ascalona il 25 gennaio 1153. La città era imponente e ben difesa. Molti arcieri presidiavano le torri, il porto era sorvegliato dagli spalti: uomini  ben addestrati erano pronti in qualsiasi momento a lanciare fuoco greco sulle  navi cristiane che vi si sarebbero affacciate. Baldovino aveva chiamato a raccolta la migliore cavalleria dell' Outremer tra i quali Bernardo di Tremelay (originario dei dintorni di Digione, conosceva Bernardo di Chiaravalle) con i suoi Templari e Raimondo di Le Puy con gli Ospitalieri. In tutto l'esercito Franco contava circa 20.000 uomini compresi gli ausiliari. Per questa grande battaglia il Re mosse "la Vera Croce". Il Patriarca Fulcherio ormai in tarda età si mise alla testa della processione che partì da Gerusalemme. Egli cosparse il cammino del "Sacro Legno" con incenso illudendosi di scacciare i demoni e di propiziare l'esito del combattimento. Intanto a Rinaldo di Sidone era stato dato il compito di presidiare il porto lontano dalla portata dei mangani  al fine d' impedire che  eventuali rifornimenti giungessero in città. L' accampamento cristiano fu innalzato distante dalle mura per paura di improvvise sortite da parte dei difensori. I genieri dopo aver studiato il territorio erano già al lavoro. Alcuni studiavano i punti migliori dove posizionare i trabocchi e le catapulte mentre altri cominciavano a scavare un tunnel che avrebbe minato in seguito le mura.  Alla fine i capi diedero l' ordine di attacco: nugoli di frecce caddero negli spalti intervallati da lanci di massi e fuoco greco. Furono messe in moto anche due grosse torri mobili.  Ma i difensori ben asserragliati respinsero uno dopo l'altro ogni tentativo dei crociati.  Anzi in più di un' occasione il campo cristiano fu in pericolo -".....i proiettili solcavano il cielo con la loro coda incadescente e paiono comete......"....grande impressione incutono tali ordigni nelle anime dei combattenti che nulla possono continua la devastazione del fuoco greco... "-.
A Pasqua di quell' anno giunsero molti pellegrini e saputo del lungo assedio si misero al servizio del Re. Trascorsero altri mesi tra vani tentativi. A giugno una imbarcazione riuscì a forzare il blocco navale riuscendo a portare rifornimenti agli assediati. Baldovino convocò un consiglio in cui fu deciso di costruire una grossa torre per provare un attacco definitivo. Alla fine di luglio era quasi ultimata.  I primi di agosto fu avvicinata minacciosamente alle mura. Durante la notte gli ascaloniti tentarono una sortita. In silenzio si avvicinarono alla grande macchina di assedio, uccisero le guardie e appiccarono un incendio. Era il 15 di agosto. Quella notte il vento era forte e alimentava il fuoco che rombava sinistro.  All'improvviso successe l'imprevedibile: la struttura di legno  cedette e si adagiò sulle mura. Il calore fece ben presto sbriciolare la cinta.
Sugli avvenimenti successivi differenti sono le versioni abbracciate dai vari studiosi, qui riporto quella che a me sembra più veritiera: Bernardo di Tremelay con 40 Templari (sempre in prima linea i primi, all'attacco gli ultimi nella ritirata) entrarono dentro la breccia e pochi furono quelli che riuscirono a mantenere la posizione  per lasciare libera la breccia affinchè affluissero altri cavalieri; in breve tempo il Gran Maestro e i suoi furono travolti e massacrati dall'intera guarnigione cittadina.
Molto si è discusso sul comportamento dei monaci-guerrieri in questa occasione, di seguito scrivo  per dovere altre storie che differiscono dalla mia.

Da "Il Pendolo di Foucault" di Umberto Eco: " ..........Ascalona era difesa da 150 torri...........la breccia!... a questo punto gli assedianti si buttarono come un solo uomo, e accadde il fatto strano. Il Gran Maestro dei Templari fa fare sbarramento, .............I maligni dicono che fa così affinchè il saccheggio arricchisca solo il Tempio i benigni suggeriscono che temendo un agguato volesse mandare in avanscoperta i suoi ardimentosi..........".

Guglielmo di Tiro esprime un giudizio molto negativo sull'episodio: "Il crollo delle mura provocò molto rumore, tanto che l'armata tutta fu posta all'erta e tutti corsero alle armi........Ma il Maestro del Tempio con i suoi , superò di molto gli altri e si pose davanti alla brecciaperchè nessuno potesse entrare tranne i loro confratelli.....".



La versione del Vescovo  molto riottoso verso il Tempio appare fin troppo tendenziosa..... Inoltre è impensabile che Bernardo abbia potuto solo pensare che con solo 40 uomini potesse espugnare una città che ha resistito ad un assedio di quasi 8 mesi. L'eroismo dei monaci fu tutt'altro che premiato: criticati dai latini, straziati dagli arabi. Il giorno dopo la carneficina i loro corpi penzolavano dalle mura e le loro teste  lanciate nel campo cristiano, trattate come macabro trofeo di guerra. A quella vista la furia dei crociati crebbe smisuratamente. Il Re tenne un nuovo consiglio con i baroni e fu deciso di intensificare l' assedio. Ancora una volta gli ascaloniti provarono una sortita ma furono respinti e persero molti soldati. Chiesero una tregua per recuperare i corpi dei caduti e Baldovino da Re magnanimo gliela concesse. Nei giorni successivi il martellamento delle macchine da guerra  aumentò finchè un masso non colpì una postazione difensiva fondamentale uccidendo decine di soldati. Gli abitanti caddero preda del panico.... La città era perduta. Il 19 agosto una delegazione si recò al campo cristiano per porgere le chiavi della fortezza a patto che ogni cittadino e ogni soldato avesse  salva la vita. Baldovino accettò e fece rispettare il concordato,  tutti furono scortati fino all' ultimo presidio Egiziano. Un atto di pietà che onora il Regnante di Gerusalemme. Egli entrò trionfalmente in città il 23 agosto. In seguito la reggenza di Ascalona fu affidata ad Amalrico I  già Conte di Giaffa.
-"Siete monaci nelle vostre virtù cavalieri nelle vostre azioni, le une le realizzate con la forza dello spirito le altre le esercitate con la vigoria del corpo"-. Pietro il Venerabile
Saluti

Krak

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