domenica 16 settembre 2007

Arriva anche l'osteria a km zero

fruttaHo sentito una notizia al tg1 che mi ha incuriosita e in un primo momento mi ha anche fatta sorridere, così ho cercato di informarmi un po' meglio in rete.

Innanzitutto il tg1 ne ha dato notizia ieri ma è una iniziativa che risale allo scorso febbraio (mah). Vediamola meglio.

Dal sito della Coldiretti - CLIMA: COLDIRETTI; CONTRO INQUINAMENTO ARRIVA PRIMA OSTERIA A KM ZERO - E' nato il primo menu a chilometri zero che propone esclusivamente prodotti locali e di stagione che devono percorrere solo una breve distanza prima di giungere sulla tavola del locale.




L'iniziativa è dell' "Osteria Vitanova”, che si trova in centro storico  a Padova, alla quale la Coldiretti ha consegnato il primo attestato con il marchio “km zero”, il riconoscimento che certifica la preferenza nei menu di specialità che provengono dalle campagne locali. Vino, olio, salumi, formaggi, frutta, verdura e grappa - spiega la Coldiretti - sono acquistati direttamente dalle imprese agricole circostanti e oltre a garantire qualità e freschezza, nel rispetto dell'ambiente, riducono l'inquinamento causato dai trasporti con la circolazione dei camion sulle strade e degli aerei per il trasporto merci nei cieli. Basta ricordare - sottolinea la Coldiretti - che per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall'Argentina in volo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio mentre per un kg di pesche dal Sudafrica nel viaggio di 8mila chilometri si bruciano 4,35 kg di petrolio e infine gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile richiedono la combustione di 5,8 kg di petrolio. La nascita dell'Osteria a chilometri zero è quindi una risposta alla domanda di un numero crescente di consumatori che scelgono stili di vita attenti anche nell'alimentazione al risparmio energetico e alla salvaguardia del clima. Si tratta di un progetto che rientra nella strategia della Coldiretti per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli che non inquinano e salvano il clima: dall'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di cibi in vendita alla disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale dove poter acquistare alimenti locali “a chilometri zero” che non devono essere trasportati per lunghe distanze. Un aiuto per supportare un piccolo impegno quotidiano che può portare, secondo una analisi della Coldiretti, una famiglia a risparmiare fino a una tonnellata di anidride carbonica (CO2) all'anno. Peraltro - conclude la Coldiretti - scegliere di consumare frutta e verdura di stagione, oltre a evitare gli “sprechi energetici” dei prodotti esotici, garantisce maggiore qualità e freschezza per la salute e non comporta particolari sacrifici per un Paese come l'Italia che offre la più ampia varietà alimentare
.

L'osteria di cui parliamo, la prima ad aver avuto l'attestato con il marchio "km zero" rilasciato dalla Coldiretti, si trova nel centro storico di Padova e si chiama Osteria Vitanova. Dal sito della Regione Veneto leggiamo che da sempre serve "menù a km zero", ovvero impiega solo prodotti tipici di origine regionale nella preparazione di pasti e spuntini; “km zero” perché gli alimenti, selezionati nelle imprese agricole orientate alla qualità, non devono compiere lunghi viaggi dal luogo di produzione a quello di consumazione. Un contributo concreto alla diffusione delle tipicità stagionali del territorio (vino, insaccati, formaggi,frutta,verdura) e al rispetto dell’ambiente, perché con i prodotti a km zero si riduce il numero dei camion sulle strade
Questo ristorante offre un menù a basso impatto ambientale perchè tutti i prodotti alla base delle ricette sono acquistati direttamente dalle imprese agricole circostanti. Gli agricoltori infatti dicono: “Si tratta di un progetto che consente ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli che non inquinano e salvano il clima: dall’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di cibi in vendita alla disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale dove poter acquistare alimenti locali “a chilometri zero” che non devono essere trasportati per lunghe distanze. Un aiuto per supportare un piccolo impegno quotidiano che può portare, secondo una nostra analisi, una famiglia a risparmiare fino a una tonnellata di anidride carbonica all’anno”.



Il presidente della Coldiretti Sergio Marini, nel suo intervento alla Conferenza nazionale 2007 sui cambiamenti climatici, ci ha ricordato che perfino Al Gore nel suo ormai famoso libro “Una scomoda verità” ha inserito l’acquisto di cibi locali offerti direttamente dagli agricoltori nell’elenco delle cose da fare per dare una mano a salvare la terra dal surriscaldamento globale.

WineNews riporta altre importanti dichiarazioni del Dott. Marini. "C’è un numero crescente di consumatori su scala mondiale che vuole acquistare prodotti freschi, naturali, del territorio, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti e subire i lunghi tempi di trasporto prima di giungere sulle tavole. La sensibilità di alcune catene della grande distribuzione commerciale nel cogliere i cambiamenti nel comportamenti dei consumatori ha già portato in alcuni casi alla scelta di dedicare ampi spazi sugli scaffali a prodotti locali del territorio o a segnalare all’opposto, con particolari accorgimenti, i prodotti provenienti da Paesi lontani con rilevanti costi ambientali. E’ il caso di una grande catena di distribuzione inglese che applica un aeroplanino sulle confezione della frutta e verdura importate da altri continenti o quella di altri gruppi di ospitare all’interno dei locali un vero mercato per la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli. Favorire nelle città italiane l’apertura di mercati gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli delle campagne, i cosiddetti Farmers Market, risponde alla crescente domanda dei consumatori di combattere la moltiplicazione dei prezzi, assicurarsi prodotti di qualità e di limitare l’inquinamento ambientale nel sottolineare che in Italia potrebbe raggiungere fino al 15 per cento del mercato alimentare sulla base delle esperienze di altri Paesi".
Credo che sia un buon inizio per sensibilizzare la gente. Vedere il marchio "km zero" in un locale è indice di qualità, scelta consapevole di quello che si andrà a consumare e anche aiuto alla difesa del clima. Direi che è un gran valore aggiunto per noi consumatori, essere certi della provenienza e della freschezza dei prodotti alimentari non può che far piacere (non soltanto al palato, ovviamente).

Mi auguro vengano incentivate in qualche modo queste iniziative e che si diffondano il più rapidamente possibile, per noi ma soprattutto per i nostri figli. E visto che tempo fa c'era stata anche la stessa proposta per le mense di ospedali e scuole, cari governanti: che aspettate?

moniokQuesto articolo è stato inviato anche a OkNotizie. Se ti è piaciuto, registrati (se non lo hai fatto ancora) e vota SI all’articolo. Grazie.

Nessun commento:

Posta un commento