domenica 27 maggio 2007

Che valore da lo stato alla democrazia?

cv031749_genova_g8Non molto a quanto pare, visto che stiamo parlando di 5 mila euro. E' questa infatti la somma che avrà a risarcimento la dottoressa Marina Spaccini, pediatra triestina, ferita da una manganellata alla testa e costretta a farsi medicare con diversi punti di sutura durante i pestaggi della Polizia al G8 del 2001 di Genova. Prima condanna, forse storica proprio per questo, riferita ai fatti di ormai sei anni fa; l'ha proclamata il 18 aprile scorso il giudice istruttore Angela Latella della seconda sezione del tribunale civile di Genova, condannando il ministero dell’Interno a pagare 5 mila euro di risarcimento (comprese le spese legali) alla dottoressa Spaccini motivando così: "Emerge come accertata in tutta la sua drammaticità l’aggressione subita da Marina Spaccini ad opera di un appartenente alle forze dell’ordine. Tutto depone, comunque, per una grande confusione organizzativa dell’evento. La loro attendibilità (parlando dei poliziotti, ndr) appare alquanto limitata. Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un'iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e riportare l'ordine pubblico gravemente messo in pericolo”.



Il giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula "siano stati illuminanti". "Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessa Spaccini è una persona di cinquant'anni, di cui giustamente si sottolinea l'aspetto mite". E poi, le testimonianze come quella di una signora settantenne che parla di una "manifestazione assolutamente pacifica e allegra" e di aver quindi visto agenti "bastonare ferocemente persone con le mani alzate ed inermi come lei". Pare infatti che i poliziotti si siano giustificati dicendo che non era possibile distinguere tra le mani dipinte di bianco dei pacifisti e i Black Block.

La dottoressa Spaccini, 59 anni, raggiunta da Panorama.it nell’ambulatorio di Trieste dove lavora, esulta: “Ovviamente non ho combattuto questa battaglia per i soldi, ma perché era l’unica strada per fare emergere un po’ di verità su quanto avvenuto. Ora spero se ne parli”. Il processo civile era l’unica strada percorribile: “Infatti nel penale la responsabilità è personale e, purtroppo, il poliziotto che mi ha colpito aveva il volto coperto e non ho potuto riconoscerlo” spiega la dottoressa.

Questi i fatti. Ma che significato si può dare a questa sentenza? Probabilmente un significato che non ci fa tanto onore, nessuno escluso: si, sto includendo tutti, perchè la società siamo tutti noi. Non è stato possibile condannare persone precise o le istituzioni di cui fanno parte e che rappresentano, non è stato possibile addebitare responsabilità ad un "sistema" che probabilmente ha al suo interno qualche falla. Ma un condannato c'è lo stesso: lo Stato Italiano. E chi è lo Stato Italiano se non noi? Due cose hanno contraddistinto il dibattimento: non era possibile (da parte dei poliziotti coinvolti) distinguere coloro che partecipavano pacificamente alla manifestazione dagli elementi criminali (cioè i Black Block) e il fatto che non è stato possibile identificare personalmente i poliziotti che hanno agito non correttamente. Bene bene. E i superiori di questi poliziotti non sono responsabili per loro? Non dovrebbero rispondere in qualche modo delle eventuali trasgressioni alla legge dei sottoposti? Il fatto che non siano stati trovati dei reali responsabili fa pensare ad un disegno criminale ben preciso, tesi sostenuta a gran voce da Gennaro Carotenuto: "Si inizia a confermare in via processuale quello che chi scrive sostiene e scrive da sei anni. A Genova vi fu un disegno criminale selettivo da parte di apparati dello stato. Tale disegno era teso a terrorizzare non tanto la sinistra radicale, ma il pacifismo cattolico, in particolare la Rete Lilliput, che per la prima volta in maniera così convinta e numerosa scendeva in piazza saldandosi in un unico enorme fronte antineoliberale con la sinistra".

Se fosse realmente così, 5 mila euro è il valore dato alla democrazia, alla giustizia, alla pace, alla solidarietà... E la cosa peggiore è che siamo stati condannati noi, tutti!

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