lunedì 1 ottobre 2007

E ci mancava solo Lamberto Dini: presentato il logo dei Liberaldemocratici

Roma, 1 ott. (Apcom) - Lamberto Dini assicura di restare nel centrosinistra, anche se dopo la nascita del Partito democratico non garantisce la sua permanenza nel gruppo dell'Ulivo al Senato, ma il movimento dei Liberaldemocratici, nato dopo la sua decisione di non aderire al nuovo partito, comincia a muovere i primi passi: ora c'è un logo e un primo appuntamento, domenica 7 ottobre all'Hotel Plaza di Roma. Dini ha presentato le due novità in una conferenza stampa alla Camera insieme a chi con lui ha sottoscritto il manifesto "per fermare il declino e rilanciare lo sviluppo": Natale D'Amico, Italo Tanoni e al sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre.




Il logo del movimento che, sostiene Dini, "ha spazio nel paese ed è presente sul territorio", è blu: vi campeggiano le iniziali in grigio "LD". Sopra la scritta "liberaldemocratici", sotto "Rinnovamento italiano" e una piramide tricolore. Il primo appuntamento invece è per domenica prossima, all'Hotel Plaza in via del Corso: una tavola rotonda per discutere del manifesto lanciato sul sito www.liberaldem.it con Mario Baldassarri (An), il radicale Daniele Capezzone, Franco De Benedetti, Maurizio Beretta, Nicola Rossi. "Vogliamo dialogare con tutti - ha detto Dini - ma soprattutto con la gente. La nostra azione sarà portata avanti in Parlamento; dopo la nascita del Partito democratico saremo indipendenti".



Lamberto Dini approfitta della conferenza stampa per la presentazione del logo dei Liberaldemocratici per fare alcune dichiarazioni.



"La Finanziaria - ha detto nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio - arriverà in Aula agli inizi di novembre. Sarà passato il grande spettacolo delle false primarie e noi saremo indipendenti. Presenteremo i nostri emendamenti alla finanziaria come gruppo di liberaldemocratici".

Si chiama fuori dal nascituro Partito Democratico ma, assicura, resterà nell'orbita del centrosinistra. Su l'Unità di qualche giorno fa leggiamo: "I Liberaldemocratici - così si chiameranno, e potrebbero iscriversi al gruppo misto al Senato già il 15 ottobre - annunciano intanto una manifestazione il 7 ottobre, per presentare a società civile ed opinione pubblica il loro manifesto, teso soprattutto ad impedire la deriva conservatrice della sinistra massimalista. Quanto al sostegno al governo, si naviga a vista, decidendo «di giorno in giorno». Proprio questo è il problema. E il varco si fa stretto già nella votazione sulla Rai, giovedì al Senato. Dini ed i suoi fedelissimi non chiudono però del tutto la porta al Pd. «Nella lotta tra Ds e Popolari sono state «schiacciate le altre identità politiche all'interno del nascente Pd», puntano l'indice. «Non prenderemo parte a primarie anomale, perchè non si sceglierà un candidato premier ma liste predisposte dai partiti», denunciano. Ma poi si premurano di assicurare il loro sostegno al Pd e a Walter Veltroni, «la persona più adatta» a guidarlo".



Il programma dei Liberaldemocratici, che possiamo leggere e anche scaricare in formato pdf per poterlo distribuire (non vedo l'ora) sul sito Liberaldem, inizia così:
"I sottoscrittori di questo manifesto si ispirano ai principi, alle idee, alla storia del pensiero liberal-democratico italiano ed europeo e si collegano alle esperienze più avanzate di riformismo liberale presenti nel nostro continente. Il filo conduttore è la forte convinzione che la libertà nel pensare e nell'intraprendere è indispensabile per la piena  valorizzazione delle capacità umane e per il raggiungimento di una più alta crescita economica e sociale. Il programma politico, economico e culturale che noi liberaldemocratici, laici e cattolici, proponiamo al Paese ha come grande obiettivo arrestare la fase di declino nella quale l'Italia è entrata da alcuni anni e permetterle di riprendere la strada dello sviluppo economico e civile, che conduca, perché no, verso un nuovo miracolo italiano".



Mah, diamo uno sguardo ai punti cardini del manifesto:
1. Le Istituzioni: costruire la democrazia dell'alternanza governante

2. La politica, le istituzioni, le amministrazioni pubbliche: aumentare l'efficienza, ridurre i costi

3. La giustizia: prima di tutto, farla funzionare

4. La finanza pubblica: verso il pareggio strutturale del bilancio, la riduzione della pressione fiscale, l'aumento delle spese per infrastrutture, la riduzione della spesa corrente

5. La politica per le imprese: meno aiuti pubblici, più libertà di mercato

6. Il lavoro: flessibilità, repressione degli abusi, formazione continua

7. Le donne, i giovani: un loro maggior coinvolgimento attivo, contro il declino

8. Previdenza e welfare: meno assistenza, più efficienza e più giustizia

9. Il mezzogiorno: basta con lo spreco della spesa pubblica; più infrastrutture, più rispetto della regola della legge

10. Ambiente: meno licenze e divieti, più ricorso al sistema dei prezzi

11. La scuola: aumentare quantità e qualità di diplomati e laureati, premiare il merito fra docenti e discenti

12. La politica estera: il primo luogo ove difendere l'interesse nazionale
Chissà perchè ma non sono del tutto convinta che rispetteranno questi punti: sarà mica perchè tutti promettono mari e monti in periodo elettorale e poi noi poveri fessacchiotti che li votiamo ci ritroviamo sommersi da questi mari e monti?
Ma cos'è il pensiero liberal-democratico italiano ed europeo? Ci viene in aiuto Wikipedia.



I termini liberalismo e liberale vengono usati sia nel linguaggio comune che nella teoria politica con significati diversi. Nel linguaggio comune liberalismo può essere usato come sinonimo di magnanimità e larghezza di vedute. La parola deriva dal francese libéral. Storicamente il liberalismo nasce come ideale che si affianca all'azione della borghesia nel momento in cui essa combatte contro le monarchie assolute e i privilegi dell'aristocrazia a partire dalla fine del XVIII secolo. L'esito di questo scontro tra le due classi porta alla costituzione dello Stato liberale. [...] La lingua italiana pone una distinzione tra liberalismo e liberismo: mentre il primo è una teorizzazione politica, il secondo è una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello Stato dall'economia: perciò un'economia liberista pura è un'economia di mercato non temperata da interventi esterni.
Il termine democrazia deriva dal greco demos: popolo e cratos: potere, ed etimologicamente significa governo del popolo. La democrazia non è un concetto cristallizzato, ma può trovare una sua espressione storica nella ricerca continuata per dare al popolo la capacità di governare effettivamente. Una prima classificazione della democrazia può essere tra democrazia diretta e democrazia indiretta. Nella democrazia diretta il potere è amministrato direttamente dal popolo, come avveniva nell'antica Grecia, dove i cittadini si riunivano nell'agorà (piazza). Nella democrazia indiretta il potere è amministrato da rappresentanti del popolo (il parlamento). L'Italia è una repubblica parlamentare (quindi a democrazia indiretta) che usa come unici strumenti di democrazia diretta il referendum e l'iniziativa popolare.
Il Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (ELDR) è un partito politico europeo che riunisce 49 partiti nazionali che fanno riferimento a comuni ideali liberali, democratici e riformisti.
cornetto_antisfigaMstatus: "Di Lamberdin mi ricordo alcuni anni fa le sue lacrime di coccodrillo al pensiero delle giovani speranze! Lacrime di Stato e di comodo di chi ha la pancia piena (metaforicamente non fisicamente dato che pare piuttosto anoressico), e la moglie benestante (piena di soldi), mi par di ricordare con interessi economici in Venezuela! La scena politica italiana è cosparsa di cariatidi, mummie, becchini e rottami vari, e Lamberdin, soprannominato da alcuni suoi colleghi "il brutto anatroccolo" mi ricorda l'apoteosi della disgrazia, e ho la sensazione (a pelle), che porti sfiga al pari, se non peggio, dei gruppi di 3 o più suore vestite in nero! Non si può impedire a qualcuno di ritenere che un'altro sia foriero di malasorte! Con queste premesse affidargli qualcosa da gestire nella vita politica è già una causa persa in partenza, liberale o meno. Tanto è che, all'epoca i colleghi dellbeppe_grillo'allora governo Berlusconi, si chiesero se era il caso di nominarlo per una qualche carica esecutiva, data la sua faccia poco accattivante! Al pari di Ciampi, che ora canta l'Inno nazionale e butta qualche lacrimuccia stile Maria de Filippi, bruciò qualche migliaio di miliardi di ex-lire quando era Governatore della Banca d'Italia, ritirando, poi, al termine, qualche altro miliardo di liquidazione per l'opera svolta...Diciamo che ho l'impressione che così sia più facile cantare l'Inno d'Italia, e versare comode lacrime di stato! Se fossi l'Unione, mi toccherei e farei qualche ulteriore rito scaramantico, al pensiero di averlo al mio fianco. L.D. Lamberto Dini o Liberali Democratici? Meglio il populista Grillo..." Saluti Mstatus.



BASTA!!

Ho una grossa confusione in testa: questi termini tutti insieme, uno vuol dire una cosa, uno vuol dire tutt'altro, uno insieme all'altro vuol dire un'altra cosa ancora....



Non ne posso più, sarà che ogni volta che leggo la parola democrazia mi viene in mente soltanto uno
scudo crociato e diventano tutti uguali!!

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