giovedì 1 novembre 2007

Pensiero ed autocoscienza: reazioni chimiche casuali o anima spirituale?

cervello[Mstatus] Recentemente l'amica Spes (atea e materialista), ha posto alcune interessanti riflessioni in merito al fatto che un uomo di scienza, ad esempio un medico, possa essere anche "credente". Da un uomo di scienza che si definisce credente, e per il quale non esistono questioni di principio, senza ben specificare in cosa crede, è stata accusata di "fastidiosa generalizzazione perché esistono molte religioni". Se c'è qualcosa di fastidioso è la presunzione di quest'uomo di scienza che sale in cattedra mettendosi a pontificare alla pari, se non peggio del Sommo Pontefice, il quale, perlomeno, ha pieno diritto alla "pontificazione" se non altro per il "titolo attribuitogli"! Continuando con le sue cervellottiche elucubrazioni, lo "scienziato" afferma che: "Dire che fede e scienza sono in contrapposizione è una questione di principio e io la rifiuto". Farebbe meglio prima a spiegare in cosa crede, e poi a rispondere alla domanda che gli ho posto, cosa che si è ben premurato di non fare, preferendo le parti condominiali (luoghi comuni)!




Certo è, che se è credente Cristiano, dovrebbe spiegare anche come si concilia la Resurrezione di Cristo, dato che nessun uomo è mai risorto, con la scienza! Durante il mio lungo peregrinare tra le varie religioni, ateismo compreso, ho incontrato diversi amici con i quali si è dialogato, scambiando le rispettive opinioni. La primavera scorsa, parlando con il mio amico pittore (i suoi quadri sono molto quotati, anche se a me non piacciono), seguace dello sciamanesimo (panteismo), mi disse: "attento perchè il cervello non produce pensiero, l'autocoscienza è prodotta dall'energia cosmica..."! A dir la verità, al momento non ci badai troppo, ma, successivamente, riflettendoci, iniziai a pormi la domanda esistenziale in modo diverso, ovvero: IO perchè so che sono IO, che sono vivo, e che non sono un altro?



Con l'amico cataro Antares ne stiamo dicutendo da diverse sere. Secondo la scienza, il cervello produce pensiero ed autocoscienza a seguito di reazioni chimiche. Reazioni chimiche che, secondo me, sono anche del tutto casuali. Infatti un umano, sull'onda della saggezza popolare che dice "la goccia che fa traboccare il vaso", perchè ipoteticamente per nove volte non si arrabbia e perde il lume della ragione, e magari la decima si incavola e dà fuori di matto? Ad esempio l'amore è una reazione chimica temporanea, ma uno si innamora p
er una semplice reazione chimica che avviene nel cervello? Uno ha l'autocoscienza per una semplcie reazione chimica? Può una semplice reazione chimica produrre pensiero ed autocoscienza?



Che cosa è l'umano se non una macchina? Una unità idrogeno, carbonio, ossigeno con parti meccaniche quali leve, pompe, condotti, telecamere e microfoni, il tutto coordinato da un sistema informatico centrale! Mi par di ricordare che il sistema operativo di un PC (macchina), per esempio, agisca similmente a quanto avviene per la memoria nel cervello: faccio una chiamata, mi viene restituita una stringa contenente un pointer ad una cella di memoria dove è contenuto il dato che ho richiesto, col pointer ci accedo e riporto (prelevo) i dati contenuti! Un medico che fa se non aggiustare, di fatto, una macchina (quando ci riesce)? Spesso ho chiesto, sulla base di queste considerazioni, a uomini di scienza e di fede che cosa produca secondo loro il pensiero e l'autocoscienza.



want_believeDai medici che ho interpellato, come indicato nella riflessione dell'amica Spes, ho ricevuto la risposta che è il cervello in proprio (reazioni chimiche), a produrre il pensiero e l'autocoscienza, e che quindi loro, quelli a cui ho chiesto, non sono "credenti" (inteso nel comune senso del termine). Il che è logico, non possono definirsi credenti, dato che altrimenti affosserebbero le "verità di scienza", imputando il pensiero e l'autocoscienza ad una qualche specie di "anima spirituale" o similare. Salvo che non siano Raeliani, allora in tal caso vi potrebbe essere una certa assonanza, visto che anche per Margherita Hack (Astrofica), è "indubbia" l'esistenza della vita extraterrestre. Secondo tale movimento la "perfezione umana" sarebbe opera di manipolazioni genetiche scientifiche da parte di esseri dotati di tecnologia superiore alla nostra.



L'uomo di fede, invece, ammettendo la spiritualità, seppur per fede, oltre alla materia, risponde che l'autocoscienza deriva dalla cosiddetta "anima spirituale" (in senso lato). Infatti, nel 1996, il Papa Polacco alla Pontificia Accademia  delle Scienze, precisò che:  "nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione una mera ipotesi [..] se il corpo umano ha la sua origine nella materia viva che esisteva prima di esso, l’anima spirituale è immediatamente creata da Dio". (Fonte: Alleanza Cattolica). La "materia viva" riceve l'autocoscienza per mezzo di Dio che crea l'anima spirituale, e non si tratta più di "reazioni chimiche" casuali.



Santa BarbaraPremesso questo, come potrebbe un medico o un uomo di scienza, ritenere che la materia riceva l'autocoscienza da un'anima spirituale creata da una divinità? Secondo Antares, ad esempio, "La materia non può produrre autocoscienza. L'idea della casualità costruttiva è un'illusione epistemologica, come l'idea di una connessione tra le probabilità di ottenere testa o croce in diversi lanci di una moneta". Mentre per Spes, tutto avviene in funzione del caso. La vita nasce per caso, le vicissitudini della vita stessa, compresi il dolore e la sofferenza così ben argomentati dall'amico Vipom in un articolo di rara bellezza, sono di fatto regolate dal caso: eventi casuali non prevedibili. Inutile che Spes mi dica che il futuro me lo costruisco io. Il futuro sarà sempre e comunque soggetto al caso! Qualsiasi cosa faccia, sono e sarò sempre in balia del caso...



L'amico Trotzky in un commento dice: "Nessuno scienziato è credente. E' una contraddizione patente, un ossimoro, un nonsense, escogitato dalla chiesa per nascondere un altra delle sue sconfitte storiche. Dawkins sostiene che lo scienziato che si dichiara credente è semplicemente uno scienziato che non vuol perdere il posto che gli è stato concesso da un vescovo o affine. La questione è tutta lì. Qualcosa di tipicamente italiano nel suo squallore".



Antares pone una riflessione sugli uomini di scienza e commenta:  "Eppure credo che le cose siano un po' più complesse. Certo, nessuno scienziato può essere monista (ad esempio cattolico o islamico). Ma dopo la Rivoluzione Quantistica, uno scienziato non può allo stesso modo neppure essere un cartesiano. Il determinismo è stato sepolto assieme al Dio unico e assoluto, e questo grazie al Principio di Indeterminazione di Heisenberg. Purtroppo ho avuto modo di constatare che anche tra i fisici è tuttora molto nutrito il partito dei meccanici classici".



Ho anche chiesto spesso in vari post e commenti, che cosa possa essere "l'anima spirituale", di fatto ho ricevuto la risposta di un TdG che con la dottrina del loro credo pone anima quale corpo vivente, senza specificare, però,  da cosa sia prodotta l'autocoscienza! Ho ricevuto anche talune risposte nel senso che mi sto arrampicando tra le nuvole...



Antares dice: "Ritenere nata dal caso la vita, con il suo incommensurabile carico di dolore, non risolve alcun problema ed è un'affermazione il cui contenuto epistemologico è nullo. In pratica è una non-risposta agli interrogativi che dilaniano da sempre la mente umana. Equivale a dire: "Non esiste né può esistere un senso, è così perché è così e basta". Una volta a Torino vidi un ubriacone seduto su una panchina. Pochi potevano capire le sue bestemmie in piemontese, ma per me ogni sua sillaba era chiara. Malediceva Dio per il fatto stesso di essere venuto al mondo. Quell'uomo era pervaso da un'illuminazione che sembra mancare del tutto ai premi Nobel. Avrebbe potuto formalizzare la cosa con queste parole: "Esiste una causa al mio essere, visto che percepisco di essere su questa sudicia panchina tra stracci cartocci di tavernello. E visto che l'esistenza è dolore, questa causa - quale che sia il suo nome - è malvagia". Senza saperlo, pur nella sua schiavitù alla materia, quell'uomo brillava di Perfezione.



BuddhaLe mie affermazioni valgono adesso, che ho la pancia piena e mi sento relativamente sereno, e allo stesso modo valgono quando sono dilaniato dal dolore. I Catari hanno chiaro che ogni dettaglio della materia è vanità e che tutti i viventi che vi brancolano soffrono, siano essi derelitti o imperatori dell'universo. Dello stesso parere era anche il Principe Gotama, più noto come Buddha: noi percepiamo il dolore per la mancanza di qualcosa che ci è necessario, che desideriamo perché esistendo siamo preda del demone Mara, ossia dell'illusione cosmica. Quando però otteniamo ciò che vogliamo, sia esso un bicchier d'acqua dopo giorni nel deserto, un rapporto sessuale o un tesoro d'oro zecchino, siamo colti da sentimenti che vanificano la nostra gioia. Dopo un istante di soddisfacimento, ecco che riteniamo scontato e irrilevante ciò che abbiamo ottenuto - e subentra la noia - oppure siamo invasi dal terrore di perderlo - e subentra l'angoscia. Così da un desiderio siamo spinti a un altro desiderio. Come disse Buddha, i piaceri sono come cose prese a prestito, difficili da ottenere e facili da perdere. Sono come fuochi incontrollati che incendiano la foresta. Nei piaceri che sono come esche sparse e ossa spolpate, quale saggio potrà mai trovare diletto?" Saluti Antares



Quando divenni apostata e miscredente (non aderisco a religione alcuna), ritenevo che l'ateismo fosse l'unica risposta: la scienza e la materia! Ora, però, trovo che neppure l'ateismo fornisca risposte soddisfacenti, salvo, come dice l'amica Spes, non farsi tutti questi problemi...



Continua...



Riti e Rituali: Articoli di Mstatus

Riti e Rituali: Articoli di Antares



Saluti

Mstatus



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ZicZac

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