martedì 6 novembre 2007

Il funzionamento della coscienza

cervello[Spes] Qualche giorno fa è stato pubblicato anche sul mio blog un articolo dal titolo "Pensiero ed autocoscienza: reazioni chimiche casuali o anima spirituale?" tratto da Riti e Rituali ed ho ricevuto due commenti molto interessanti e ben argomentati. Questi commenti sono stati fatti dall'Ing. Riccardo Calantropio ed ho pensato di riportarli in due distinti post, questo è il primo, per dare una maggiore visibilità alle sue argomentazioni. L'Ing. Calantropio ha un proprio sito che potete trovare qui: nuoveteorie-calos. Ecco, di seguito, il primo.
Il Nobel per la fisica Eugene Wigner, in un simposio tenuto alcuni anni fa a New York, ha dichiarato che la coscienza è la realtà primaria. La teoria dei quanti ha fatto miracoli, spiegando le proprietà dei fenomeni microscopici. Ma... è limitata. Non spiega la vita o la coscienza. In futuro la fisica spiegherà non solo i fenomeni osservati ma anche il processo dell’osservare. Siamo proprio all’inizio della comprensione della coscienza.




Il premio Nobel Francis Crick, scopritore del DNA e conosciuto internazionalmente per il suo rigore empirico, ha dichiarato che la coscienza è legittimo campo di ricerca scientifica (ed ha fatto con Koch nuovi studi sulla coscienza visiva, riprendendo il concetto dei QUALIA (gli atomi soggettivi della coscienza)) . Il Nobel Edelmann sostiene di aver compreso alcuni dei processi fondamentali del fenomeno consapevolezza in termini neurofisiologici. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i meetings scientifici sul tema della coscienza; il primo grande congresso si è tenuto nel 1994 a Tucson. Tuttavia, la "scienza della coscienza", sebbene in rapidissima crescita, è, all'interno dell'edificio della scienza ufficiale, ancora una parte irrilevante e fortemente ostacolata.


Anche il fisico teoretico Roger Penrose, che insieme a Stephen Hawking ha fatto una teoria sui buchi neri, si dichiara convinto che sia necessaria una nuova teoria fisica prima di compiere autentici progressi nella spiegazione dei fenomeni mentali come la comprensione o la coscienza: "Perché la fisica sia in grado di contenere qualcosa di così estraneo al presente quadro scientifico come il fenomeno della coscienza, ci dobbiamo attendere un mutamento profondo - che alteri le fondamenta stesse delle nostre opinioni filosofiche sulla natura della realtà". Secondo Penrose, il candidato più probabile per produrre il cambiamento auspicato sembrerebbe essere una teoria quantistica della gravità, ancora da scoprire, che potrebbe gettare nuova luce su fenomeni come la coerenza quantistica o la non località. Detti fenomeni potrebbero essere implicati in comportamenti non computabili che interesserebbero i microtuboli, strutture interne dei neuroni, capaci di favorire le particolari condizioni richieste per il verificarsi di questo tipo di fenomeni.


Infine, Antonio Damasio, una delle figure di maggior spicco a livello mondiale nel campo delle neuroscienze, sostenuto dall'osservazione di diversi casi clinici, afferma che il cervello non può essere studiato senza tener conto dell'organismo a cui appartiene e dei suoi rapporti con l'ambiente. L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che la natura ha costruito l'apparato della razionalità non solo al di sopra di quello della regolazione biologica, ma anche a partire da esso e al suo stesso interno. Nella concezione di Damasio, la coscienza non è monolitica, ma può essere distinta in: Proto-sé, fenomeno primordiale di autoidentificazione che l'uomo condivide con gli animali superiori, alle cui base sono le emozioni, eventi strettamente biologici, sui quali si sviluppano poi i sentimenti; Coscienza nucleare, fenomeno biologico nel quale sono contemporaneamente presenti tre elementi: l'oggetto di sui si è coscienti, la posizione del proprio corpo rispetto a quell'oggetto e la relazione che si stabilisce tra queste due entità. La coscienza nucleare fornisce all'organismo un senso di sé qui e ora; non ci dice nulla riguardo al futuro. L'unico passato che possiede è quello, vago, relativo a ciò che è appena accaduto; e la Coscienza estesa, che si forma sulla base della coscienza nucleare ed è all'origine del "sé autobiografico". Questo livello di coscienza richiede il linguaggio, poiché solo attraverso di esso possiamo formulare la nostra storia personale, in cui prendono posto i ricordi, le speranze, i rimpianti e così via.


Ricordiamo, per completezza, che anche le EMOZIONI e i SENTIMENTI sono di natura biologica e non metafisica. Le emozioni sono modificazioni del nostro corpo, soggettivamente rilevabili ed oggettivamente misurabili in termini di livelli della temperatura corporea, frequenza del battito cardiaco, valori della pressione arteriosa e così via, mentre i sentimenti sono percezioni, immagini mentali e pensieri relativi a quelle modificazioni del corpo, che vengono elaborati dalla nostra mente in un'ampia gamma di sfumature comprese tra il piacere e il dolore ovvero tra il benessere e la sofferenza. In altre parole "l'emozione e le reazioni affini sono schierate sul versante del corpo, mentre i sentimenti si trovano su quello della mente" (Antonio Damasio).


Le emozioni precedono i sentimenti, esattamente come i rami di un albero precedono le foglie. Ciò avviene semplicemente perché nell'evoluzione essi sono comparsi in questo stesso ordine: come la regolazione metabolica e il sistema immunitario, paragonabili alle radici e al tronco dell'albero, evolutivamente anche le emozioni si sono infatti costruite come meccanismi volti ad assicurare prima di tutto la sopravvivenza degli individui.


Saluti

Ing. Riccardo Calantropio


Antares dice: "La fisica quantistica ha portato un'incredibile rivoluzione del pensiero umano, ma questo cambiamento di prospettive ha tardato molto a manifestarsi e a produrre conseguenze rilevanti sugli altri campi dello scibile. In parte ciò è dovuto alla difficile comprensione dell'argomento, che lo rende adatto soltanto a ristrette cerchie che sanno di esoterismo. Mentre gli studiosi di quantistica discutono della densità probabilistica delle particelle subatomiche in certe regioni di spazio, lo scenario è ancora dominato dai meccanici classici. Il Principio di Indeterminazione di Heisenberg ci spiega che non è possibile osservare contemporaneamente posizione e velocità di una particella. Esiste una dimostrazione matematica di ciò, fornita da Heisenberg e da Jordan. Questo non significa che non abbiamo strumenti adatti. E' un'impossibilità ontologica. Da semplici considerazioni logiche, ne discende che NESSUNO può e potrà mai conoscere sia la posizione che la velocità della particella osservata. Più affiniamo la misura della posizione, più imprecisa sarà la nostra conoscenza della velocità e viceversa. Il mondo atomico e subatomico sfida il buon senso comune. Questo Principio di Indeterminazione nega alla radice il monismo, perché nessuna divinità può conoscere posizione e velocità contemporaneamente. Ciò è in accordo con quanto insegna la dottrina Catara: non esiste un unico Dio onnipotente e onnisciente.


Per frenare le conseguenze possibili della rivoluzione quantistica, i meccanici classici hanno tentato di imporre una visione strumentale. Vorrebbero congelare il pensiero, dicendo che non si possono trarre deduzioni filosofiche dalla fisica quantistica, che deve essere utilizzata soltanto come strumento di calcolo. In pratica ciò che propose Bellarmino pensando di usare il modello eliocentrico di Galileo unicamente per i calcoli, ma negandogli ogni validità nella sostanza.


Ora dobbiamo compiere un passo avanti: svincolarci del tutto dall'idea che l'autocoscienza sia un prodotto della biologia. Si cominciano a intravedere altri universi, si cominciano a fare modelli teorici al di là di ogni immaginazione. Quello che prima era il Big Bang, imposto come dogma, ora comincia a delinearsi come dettaglio di una spugna macrocosmica. Non si vede perché non potremmo essere partecipi della natura di un universo diverso da quello fisico". Saluti Antares  

Continua...


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Saluti

Spes74



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