E’ di oggi la notizia, diffusa su tutti i giornali, che la Umbria Olii – la società del settore oleario nei cui stabilimenti avvenne tempo fa uno spaventoso incidente sul lavoro nel quale persero la vita diversi operai – ha intenzione di citare in giudizio le famiglie dei defunti per “risarcimento danni”.. Sentite sentite.. Anche d’immagine!
Secondo i legali della società l’incendio ed il conseguente scoppio delle cisterne piene d’olio sarebbe stato causato essenzialmente da inosservanza di regole comportamentali da parte dei lavoratori, i quali avrebbero usato per effettuare una riparazione su queste cisterne un comune saldatore… Pur coscienti delle precauzioni necessarie in presenza di materiali infiammabili come l’olio ecc…
Senza entrare nel merito della vicenda (su cui verte tuttora un’indagine penale nei confronti dell’Amministratore Delegato della società – un certo DEL PAPA – per disastro colposo ecc ecc..), è da rimarcare con quanta ferocia la società abbia inteso scaricare le proprie responsabilità su chi – ahimè - non può più difendersi..
In quel rogo persero infatti la vita un’intera squadra di operai della ditta manutentrice, riuscì a salvarsi solo il gruista… Che ora tuttavia non si salverà dai guai giudiziari.
Una vera e propria beffa per le famiglie colpite da un dolore immane ed insanabile, famiglie ancora in cerca di un perché per una morte tanto assurda, famiglie che cercavano giustizia ma che forse non avranno mai ma anzi dovranno difendersi da chi, senza nessun rispetto della dignità dei morti, chiede loro denari, osiamo dire denaro insanguinato.
Non si era mai visto tanto cinismo, proprio nel giorno invece in cui la Tyssen Krupp trovava un accordo con le famiglie di altrettanti caduti sul lavoro: 2 milioni di euro per rinunciare al processo e mettere una pietra sopra a tanto marciume…
Una pagina molto triste, quella dei caduti sul lavoro, le cosiddette morti bianche… Di cui troppo spesso ci si dimentica, ma che meriterebbero ben altro rilievo non solo nei telegiornali ma anche nella scuola, sui giornali, nei discorsi dei politici, nella vita quotidiana e forse anche nella musica..
C’è una band italiana, i Têtes de Bois (premiati di recente al M.E.I., il festival della musica indipendente italiana), che ha dedicato una canzone al tema delle morti bianche: si intitola “626”, proprio come la legge sulla sicurezza sul lavoro…
Fa riflettere il testo che qui ripropongo.
“Li chiamano incidenti sul lavoro
ma sono incidenti sul capitale,
meno soldi meno diritti
arroganza che s’ha da danzare
il ballo del lavoro col capitale
il ballo del lavoro col capitale
Morti sul luogo del capitale
Cantiere esterno o officina
lavoro di tornio o sottoterra
il ballo del lavoro è una guerra
morti e feriti ogni giorno
- ballo italiano e globale -
E le chiamano morti bianche
ma dovrebbero chiamarle piuttosto morti tante tante tante…
meno soldi, diritti in mala
è una danza illegale
il ballo del lavoro col capitale
chi non ci lascerà la pelle
ci lascia qualcos’altro
ogni volta che il destino è buono
…e uscimmo a riveder le stelle
ho tutto il tempo per la poesia sulla mia sedia a rotelle,
ho tutto il tempo per la poesia ora
E le chiamano morti bianche
ma dovrebbero chiamarle piuttosto morti tante tante tante…
Danza …Danza… l’Ansa
ma sono incidenti sul capitale,
meno soldi meno diritti
arroganza che s’ha da danzare
il ballo del lavoro col capitale
il ballo del lavoro col capitale
Morti sul luogo del capitale
Cantiere esterno o officina
lavoro di tornio o sottoterra
il ballo del lavoro è una guerra
morti e feriti ogni giorno
- ballo italiano e globale -
E le chiamano morti bianche
ma dovrebbero chiamarle piuttosto morti tante tante tante…
meno soldi, diritti in mala
è una danza illegale
il ballo del lavoro col capitale
chi non ci lascerà la pelle
ci lascia qualcos’altro
ogni volta che il destino è buono
…e uscimmo a riveder le stelle
ho tutto il tempo per la poesia sulla mia sedia a rotelle,
ho tutto il tempo per la poesia ora
E le chiamano morti bianche
ma dovrebbero chiamarle piuttosto morti tante tante tante…
Danza …Danza… l’Ansa
Poche righe ma su cui riflettere.....
Fonte immagine: Wikipedia
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