lunedì 16 giugno 2008

La ricostruzione immaginaria della rivelazione fatta da Sauniere a Riviere sul letto di morte. Racconto fantastico - 2a parte

rennes-le-chateau-ariel-sma[Vipom] «Carissimo il mio Riviere, ti ho fatto chiamare per avere i conforti religiosi prima di rendere la mia anima a Dio. Ormai mi restano poche ore di vita, per cui ti chiedo di ascoltare attentamente quanto ho da dirti, chiedendoti nel frattempo un piccolo favore, che tu conservi per te il segreto che fra poco ti rivelerò e prima di morire a tua volta lo trasferisci ad un nostro confratello affinchè non si perda per sempre il ricordo di quanto sono riuscito a sapere dopo tutti questi anni trascorsi a Rennes-le-Chateau. Mi rincresce di doverti dare un dispiacere, ma purtroppo la cosa che ho scoperto riguarda direttamente la figura di Cristo, che secondo la nostra religione rappresenta la seconda Persona della Santissima Trinità. Ebbene, non è così, Gesù era un uomo né più né meno di qualsiasi altro nostro umile simile. Ne ho le prove schiaccianti che ho intenzione di rivelarti. Dunque, andiamo al sodo.




hautpoul_chateaul-3smallQuando scopersi le famose pergamene, mi recai a Parigi al Seminario di San Sulpice e qui incontrai noti esperti di decifrazioni criptiche. In particolare un certo giovane seminarista Hoffet, esperto in crittografia, si mise a studiarle al lume di candela e dopo alcuni giorni mi disse che si trattava di documenti effettivamente sconvolgenti che riguardavano addirittura un albero genealogico tra Dagoberto II e i suoi eredi. Ma ovviamente ho tralasciato di dirgli che in effetti le pergamene non erano quattro, bensì cinque. Quella non l’ho mai fatta vedere a nessuno. L’ho conservata in un posto inaccessibile e dopo la mia morte rimarrà di sicuro irrintracciabile, perché il suo sito lo conosco solo io. Vorrei comunicarti a te il sito segreto di questa quinta pergamena, a patto che tu ti impegni nella massima discrezione a farla conoscere solo a chi di dovere. Molti hanno tentato di convincermi a rivelarne l’ubicazione, ma io non mi sono fatto incantare e non ho voluto dire niente a nessuno.



Questa è la ragione per la quale mi hanno ucciso, sì, ne sono sicuro, qualcuno che credevo amico mi ha forse dato da bere, abusando della mia fiducia, qualche misterioso intruglio velenoso, e poco dopo mi sono sentito male, chiaro sintomo delle mie ipotesi. Ma adesso non c’è tempo da perdere, devo parlarti di questa quinta pergamena.



mapIn questa pergamena, vergata per la maggior parte in un latino medievale facilmente comprensibile, vi era descritta insomma con precisione millimetrica una sorta di mappa con un misterioso spezzone di una lettera in copia di un cavaliere templare di nome Vissoux, braccio destro e luogotenente del Gran Maestro del Tempio del casato dei Blanchefort, insieme ad un elenco genealogico inverso a quello che parte da Dagoberto II, in sostanza la linea di sangue che ripercorre a ritroso la sua origine ereditaria fino a Gesù e ai suoi figli, forse due, forse tre, qui non posso essere più preciso.



cardouSecondo le notizie che sono riuscito a raccogliere, si narra che nel 1644 sarebbe avvenuto un fatto assai conturbante di cui accenno piccoli dettagli: in sostanza un certo François Pierre, Barone d’Hautpoul, marchese di Blanchefort e signore di Rennes-le-Chateau, avrebbe redatto nel novembre dello stesso anno un testamento misterioso e lo avrebbe fatto registrare da un notaio, tale Captier di Esperaza, una cittadina non lontana da Rennes-le-Chateau, in cui si sarebbe accennato ad un tenebroso Segreto di Stato. In relazione a questo testamento, nel 1781, il curato di Rennes-le-Chateau di allora, Antoine Bigou, avrebbe ricevuto una confessione inquietante da una certa Marie de Negre d’Ables d’Hautpoul de Blanchefort (la stessa della quale trovai nel cimitero la sepoltura incisa di caratteri criptici che comunque hanno rivelato un senso tremendamente sconquassante), riguardante un terribile segreto di famiglia molto delicato.



iscrizione-tombale-mariedenegreHo scoperto peraltro che in questo terribile documento vi era inoltre accluso, insieme all’originale, una sorta di post scriptum riguardante il lascito testamentario di cui sopra. Non si dimentichi peraltro che sia la Marie de Negre d’Ables d’Hautpoul e sia François Pierre, Barone d’Hautpoul, marchese di Blanchefort e signore di Rennes-le-Chateau, erano discendenti in linea diretta del Gran Maestro dei Templari Bertrand de Blanchefort, che regnò sui Cavalieri del Tempio dal 1156 al 1169.



Il post scriptum in questione afferma che in sostanza il Gran Maestro dei Templari, celeberrimo suo antenato, aveva a suo tempo fatto chiamare dalla Germania degli esperti minatori per scavare un sito non lontano da questo luogo, lo stesso sito che si trova in linea d’aria da qui non più di cinque chilometri e precisamente sotto un monte nelle vicinanze di un Castello Templare di proprietà della stirpe dei Blanchefort, dove avrebbe allocato, in una sorta di tempio sotterraneo a cui si accede dopo la percorrenza di centinaia e centinaia di metri di tunnel oscuri e incrociati che si dipartono dall’ingresso che si trova in una camera interrata del Castello di Rennes, ciò evidentemente per depistare eventuali curiosi ed invasori, avrebbe dunque collocato in quell’antro sotterraneo nientemeno che la salma di Cristo insieme a quella della Maddalena, che da quanto mi risulta era la sua sposa e l’unica donna che ebbe il prestigio di condividere lo stesso tetto, avendone dunque anche dei figli, ripeto due o tre.



berenger_de_sauniere_02Il sito, nel quale, è inutile nasconderlo, sono stato di persona, contiene in effetti due enormi sepolcreti, uno, meno spettacolare, sul quale campeggia a caratteri cubitali la scritta Dagobert II e l’altro più sfarzoso con nella copertura i seguenti caratteri scolpiti e pitturati di un fine materiale simile all’oro: “Questa è la Santa dimora di Cristo e di Maria Maddalena sua moglie e qui dentro giacciono per sempre i loro santi corpi”. Poco più sotto l’inquietante scritta in greco e latino che avevo scoperto nella tomba della nobildonna Marie de Negre d’Ables, moglie di François d’Hautpoul de Blanchefort, morta secondo le cronache il 17 Gennaio del 1781: “Et in Arcadia Ego”, che letteralmente significa “ed io in arcadia”, ma che in verità deve essere tradotta in questo modo: “La mia tomba divina contiene i resti del mio corpo ed io giaccio sepolto in quel luogo”, il sito che appunto ho trovato e visto.



Ricordo di sfuggita che da quanto sono venuto a conoscenza, la Maria de Negre sunnominata aveva a sua volta confermato tutti questi particolari ad uno dei miei predecessori di quel tempo, il curato Antoine Bigou di cui abbiamo parlato, nel corso di una confessione spontanea resa al prete qualche tempo prima della sua dipartita. Ma continuiamo nel nostro discorso».



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Puntate precedenti:



1a puntata



Saluti

Vipom

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