Dal 2005 la giornata del 10 febbraio è dedicata alla commemorazione dei morti e dei profughi italiani; in particolare si fa riferimento ai morti nelle foibe durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale.
Le foibe sono cavità carsiche con ingresso a strapiombo; di solito hanno origine naturale e sono diffuse soprattutto nel Friuli Venezia Giulia, in Dalmazia e in Slovenia.
Sono sempre state usate per occultare cadaveri in diversi periodi storici, in particolare è risultato notevole il loro uso durante la prima guerra mondiale in sostituzione delle fosse comuni ma soprattutto durante e dopo la seconda guerra mondiale
Sono sempre state usate per occultare cadaveri in diversi periodi storici, in particolare è risultato notevole il loro uso durante la prima guerra mondiale in sostituzione delle fosse comuni ma soprattutto durante e dopo la seconda guerra mondiale
L'uso delle foibe come occultamento di cadaveri durante e alla fine della seconda guerra mondiale avvenne in due periodi.
Il primo, successivo all'8 settembre 1943, cioè all'Armistizio tra Italia e Alleati, si svolse in Istria e Dalmazia e uccise alcune centinaia d'italiani.
Il secondo, successivo alla fine della guerra, si svolse principalmente a Trieste tra l'1 maggio e il 12 giugno 1945 e a Gorizia nello stesso periodo, con l'uccisione di diverse migliaia di persone, molte delle quali gettate vive nelle foibe.
La foiba più conosciuta, anche perché nel 1992 è stata dichiarata monumento nazionale, è quella di Basovizza (a pochi chilometri da Trieste, una delle poche foibe restate in territorio italiano).
Questi baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi: vendicarsi di nemici personali, magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale; dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese; eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano alle politiche del maresciallo Tito.
Inoltre nel periodo in esame le foibe vennero usate anche per "seppellire" i cadaveri degli scontri fra i combattenti e talvolta anche dei morti nei bombardamenti.
La foiba più conosciuta, anche perché nel 1992 è stata dichiarata monumento nazionale, è quella di Basovizza (a pochi chilometri da Trieste, una delle poche foibe restate in territorio italiano).
Questi baratri venivano usati per l'occultamento di cadaveri con tre scopi: vendicarsi di nemici personali, magari per ottenere un immediato beneficio patrimoniale; dominare e terrorizzare la popolazione italiana delle zone contese; eliminare gli oppositori politici e i cittadini italiani che si opponevano alle politiche del maresciallo Tito.
Inoltre nel periodo in esame le foibe vennero usate anche per "seppellire" i cadaveri degli scontri fra i combattenti e talvolta anche dei morti nei bombardamenti.
Purtroppo non esiste una cifra ufficiale delle vittime perchè il governo iugoslavo non ha mai accettato di partecipare a inchieste per determinare il numero di decessi; d'altra parte per molti anni il disinteresse è stato anche italiano, a causa delle controversie politiche che la questione poteva originare.
C'è poi la difficoltà oggettiva di recuperare i cadaveri da queste profondissime cavità naturali che hanno particolarissime configurazioni geologiche e la cui imboccatura spesso veniva demolita con l'esplosivo.
Per gli storici italiani, che ovviamente son stati i primi e più attivi ricercatori, risulta impossibile stabilire la data dell'ultimo infoibamento essenzialmente per la mancanza di documenti che probabilmente neanche furono emanati dalle autorità iugoslave.
C'è poi la difficoltà oggettiva di recuperare i cadaveri da queste profondissime cavità naturali che hanno particolarissime configurazioni geologiche e la cui imboccatura spesso veniva demolita con l'esplosivo.
Per gli storici italiani, che ovviamente son stati i primi e più attivi ricercatori, risulta impossibile stabilire la data dell'ultimo infoibamento essenzialmente per la mancanza di documenti che probabilmente neanche furono emanati dalle autorità iugoslave.
A mio modesto parere si è taciuto troppo su questo argomento e per motivi non troppo morali ma puramente politici.
Come succede troppo spesso nell'italico mondo politico menefreghista, con poco rispetto dei morti che ci sono stati e la sofferenza di chi è rimasto a piangerli, si cerca solo il consenso pubblico appoggiando la versione dei fatti più favorevole alla propria causa.
Il giorno del ricordo mi sembra il minimo riconoscimento che si debba a questi morti, il numero esatto ha importanza secondaria: sono morti ingiustamente e meritano di essere ricordati al pari dei morti dell'olocausto.
Come succede troppo spesso nell'italico mondo politico menefreghista, con poco rispetto dei morti che ci sono stati e la sofferenza di chi è rimasto a piangerli, si cerca solo il consenso pubblico appoggiando la versione dei fatti più favorevole alla propria causa.
Il giorno del ricordo mi sembra il minimo riconoscimento che si debba a questi morti, il numero esatto ha importanza secondaria: sono morti ingiustamente e meritano di essere ricordati al pari dei morti dell'olocausto.
Fonte: Ortica
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