domenica 7 ottobre 2007

Pierangelo Bertoli: il Poeta

bertoli2.jpgPerché l’ho definito il Poeta? Perché secondo me non c’è definizione più calzante. Quella è stata la sua “vera essenza” e continua ad esserlo anche a distanza di anni, esattamente cinque oggi, dalla sua morte. Pierangelo Bertoli nacque a Sassuolo nel 1942, terra notoriamente “fertile” in quanto a cantautori di un certo livello. Da bambino fu colpito dalla poliomielite che gli compromise per sempre l’uso delle gambe, costringendolo a vivere e a muoversi su una sedia a rotelle; tutto questo, però, non gli ha impedito di dedicarsi con tanta passione alla musica: ci ha regalato dei veri e propri capolavori.

 
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Personalmente ne ho sentito parlare la prima volta poco più di venti anni fa, quando frequentavo ancora le scuole medie, grazie ad un professore di lettere molto anticonformista. Ne sono rimasta ammaliata. Stavamo preparando il presepe per uno di quei concorsi che si fanno tra scuole della stessa provincia e il caro professore ebbe una bellissima idea: il presepe ecologico.



In pratica utilizzammo tutto materiale riciclato per rappresentare le frasi più significative del capolavoro assoluto, a mio avviso, di Pierangelo Bertoli: “Eppure Soffia”. Vincemmo “soltanto” il secondo premio, battuti dal più classico presepe con pastori, pecorelle e fiume con l’acqua vera che scorre! Poco male, almeno per me: iniziai ad acquisire il senso civico che tutti i professori dovrebbero insegnare ai propri alunni, oltre naturalmente ad aver imparato ad apprezzare un Grande della nostra musica.

“Eppure Soffia” mi commuove e mi colpisce ancora, a distanza di anni, per la sua forza e la sua attualità, nonostante si tratti di un brano del 1976. Frasi come “E l’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi, la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi, uccelli che volano a stento malati di morte, il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte“, oppure “un’isola intera ha trovato nel mare una tomba, il falso progresso ha voluto provare una bomba, poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita, invece le porta la morte perché è radioattiva” e ancora “Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale, ha dato il suo putrido segno all’istinto bestiale, ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario, e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario” le trovo terribilmente profetiche e di una sensibilità enorme. Perché stiamo parlando di una persona molto sensibile, sul piano civile e verso i più deboli.
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Un altro brano profondamente significativo è sicuramente “A Muso Duro”, una riflessione in chiave autobiografica sul ruolo civile del cantautore.

Ho cercato un po’ in rete qualche bella biografia del Poeta ma, quasi a voler rispettare l’aspetto schivo e mai sotto i riflettori che ha caratterizzato la sua vita, non ho trovato milioni di pagine (come succede generalmente per starlette varie). A parte il tributo del suo fanclub ufficiale, mi hanno colpita alcune frasi della sua biografia pubblicate su Leonardo. Le riporto perchè le trovo significative.
Il 1991 si apre per Bertoli con una decisione coraggiosa: quella di prendere parte al Festival di Sanremo (vi è poi tornato anche nel 1992), una manifestazione per molti versi lontanissima dalla linea ideologica ed artistica che ha sempre guidato l’attività del cantautore, contrario alla progressiva esaltazione degli aspetti edonistici che la musica commerciale andava sempre più assumendo. In quell’occasione, invece, l’obiettivo di Bertoli era ben preciso: far conoscere dal palcoscenico più popolare della canzone italiana un brano inusuale e suggestivo, “Disamparados (Spunta la luna dal monte)”, presentandolo insieme al gruppo sardo dei Tazenda, in un’ottica di recupero delle tradizioni folcloristiche ed etniche in un momento in cui questo tipo di discorso artistico non era ancora diventato banalmente di moda. […] era spesso impegnato in iniziative di solidarietà e beneficenza. […] Aveva fama di essere un uomo duro e scontroso, invece era solo un cantante sensibile che concedeva poco al vittimismo e molto al rigore delle scelte esistenziali. Combattivo e battagliero, incapace di qualunque ipocrisia […]

Parole molto belle, usate per ricordare un Poeta scomparso. Ma forse non c’è bisogno: la Poesia, quella vera, non muore mai.



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